È il momento di una nuova voce per il nostro Glossario Ambiente, piccolo contributo alla costruzione di un lessico veramente condiviso, che ci aiuti a fare scelte consapevoli: in questo breve articolo parleremo di energie rinnovabili.
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
(Antoine-Laurent de Lavoisier)
Energie rinnovabili
[Piero e Alberto Angela scansatevi, che devo far partire la sigla di Quark!]
Con questa definizione si intendono quelle fonti di energia che non sono soggette a esaurimento.
In altre parole: possiamo definire rinnovabili tutte quelle fonti che si contrappongono all’energia ottenuta da combustibili fossili, sia perché – a differenza di questi ultimi – sono potenzialmente illimitate, sia perché hanno un minore impatto sull’ambiente.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA – International Energy Agency) include nella categoria energia rinnovabili:
- energia solare
- energia eolica (cioè derivata dal vento)
- energia geotermica (che sfrutta il calore proveniente dalla terra)
- energia da biomassa (derivata dagli scarti agricoli-zootecnici e dalle biomasse forestali)
- energia idroelettrica
- energia che sfrutta il moto-ondoso.
Rispetto alle forme di energia “tradizionali”, generalmente legate ai combustibili fossili, le fonti rinnovabili minimizzano gli impatti ambientali.
Tuttavia, non essendo ugualmente disponibili in tutti i territori, una loro scarsa disponibilità può rendere necessaria un’ integrazione tra energie rinnovabili e energie non rinnovabili.
Di certo, lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili dovrebbe essere una delle componenti fondamentali di ogni strategia politica che punti a minimizzare gli impatti ambientali a livello globale.
[E a questo punto riparte la sigla di Quark! ]
A presto, con la prossima parola!
Mi chiamo Michela e, pur essendo nata nello scorso millennio, non ho ancora smesso di sognare un mondo migliore, e di amare il mondo in cui vivo. Ho un marito, una figliastra, due cani, una tartaruga, e un orto di trenta metri quadri. Avevo anche un lavoro in azienda, nell’area della comunicazione, ma l’ho lasciato perché non mi assomigliava più: mi assomiglia di più l’orto.