Pedagogista: chi è e cosa fa?

Spesso mi capita di ricevere domande sul pedagogista, chi è, cosa fa e come si diventa pedagogista.

Un po’ di confusione c’è dovuta anche alla poca informazione e alla confusione che c’è con la figura dello psicologo.

Il pedagogista è una figura professionale che si occupa di pedagogia, cioè dell’educazione e formazione dell’uomo durate il suo ciclo di vita e dei bisogni a essi associati. Il pedagogista può occuparsi del bambino, dell’adolescente anche dell’anziano perché l’educazione non è circoscritta solo ai primi dieci anni di vita della persona ma accompagna tutta la vita.

Ha un codice deontologico da rispettare, come qualsiasi altra professione, e svolge funzioni di progettazione, coordinamento, intervento e valutazione in vari contesti che comprendono sia quello sanitario, clinico che sportivo, culturale, educativo, giudiziario. Svolge anche attività di didattica, ricerca e sperimentazione.

Il pedagogista è innanzitutto un docente, esperto di conoscenza in campo umanistico, competente nella relazione educativa e esperto di didattica. É colui che aiuta il bambino o ragazzo a raggiungere i traguardi scolastici definiti in partenza.

É supporto per i genitori che hanno bisogno di maggiore consapevolezza dei propri limiti, errori nella relazione con i propri figli sia a livello educativo che emotivo attraverso consulenze o percorsi mirati.

Il pedagogista prepara il personale docente, coordina le strutture formative affinché ci sia un clima sereno tra colleghi al fine di avere gli strumenti adeguati per meglio rapportarsi ai propri alunni.

É mediatore tra la famiglia e i contesti educati extra-familiari come scuola, doposcuola, servizi sanitari per meglio costruire una strategia volta alla crescita, al cambiamento e rafforzo della persona.

Cosa fa il pedagogista?

Il pedagogista risponde ai bisogni educativi di chi a lui si rivolge.

Si occupa di apprendimento realizzando attività educative e pedagogiche che potenzino le abilità di bambini e ragazzi che hanno difficoltà scolastiche o con bisogni educativi speciali (ADHD, BES, sindrome di down, autismo…). Studia e sperimenta le strategie adatte affinché raggiungano gli obiettivi in base anche alle proprie caratteristiche.

Non è da escludere anche le attività rivolte a anziani. In questo caso l’obiettivo è quello di mantenere vive o migliorare le facoltà cognitive attraverso laboratori manuali come giardinaggio, pittura, cucito, o di socializzazione come tombola, teatro, giochi.

Il pedagogista effettua consulenze pedagogiche volte alla famiglia per migliorare le relazioni all’interno di essa sia tra genitori-figli che tra la coppia. É un supporto i caso di gestione dei figli ove ci sono difficoltà comportamentali sia a casa che a scuola.

Quando è chiamato dagli ambiti scolastici, aiuta le insegnanti a trovare la strategia migliore per gestire una classe o determinati bambini con lo scopo di migliorare la qualità della vita dell’intero gruppo classe.

Il pedagogista si rivolge agli insegnati anche in ambito formativo affinché acquisiscano i giusti strumenti in supporto della didattica che non sia solo puro piacere ma crescita e sviluppo del bambino-ragazzo.

Come diventare pedagogista

Pedagogista si diventa intraprendendo un percorso di formazione universitario specifico che comprende laurea triennale, laurea specialistica e master di specializzazione in un determinato ambito.

Prima è necessario frequentare la laurea triennale L-19 in scienze dell’educazione, successivamente, bisognerà iscriversi e conseguire la laurea specialistica in:

  • LM-50 programmazione dei servizi educatiti;
  • LM-57 scienze dell’educazione degli aduli e formazione continua;
  • LM-85 scienze pedagogiche;
  • LM-93 teorie e metodologie dell’e-learning e della media education.

La laurea triennale in scienze dell’educazione è abilitata a svolgere la sola attività di educatore professionale.

Al conseguimento della laurea specialistica, non essendo una professione regolamentata da collegi o albi, non si sostiene l’esame abilitante alla professione né esiste l’obbligo d’iscriversi a un albo. Si può optare per scegliere di iscriversi a associazioni private o ambiti di categoria che difendono, tutelano tale figura attenendosi a un codice deontologico e ottenendo un attestato delle competenze .

Può invece essere essenziale iscriversi a un master di specializzazione o seguire dei corsi di perfezionamento che formino in base all’area in cui si vuole operare.

Differenza tra pedagogista e educatore

Educatore e pedagogista sono due figure che spesso si tende a confondere o a ritenere equivalenti perciò negli ultimi anni si sta creando una netta divisione tra queste due professioni.

La prima differenza, come già detto prima, è il titolo di studio poiché l’educatore possiede solo il titolo di laurea triennale mentre il pedagogista, la laurea specialistica.

La seconda differenza risiede nelle mansioni e nel ruolo.

Il pedagogista è ritenuto una figura apicale, poichè egli si occupa di progettazione, coordinamento e supervisione delle attività didattiche sia come interventi ediucativi che come consulenze.

L’educatore invece, si occupa dell’educazione in senso stretto. Lavorando sul campo, ha necessità di una guida. Tale guida può essere il pedagogista che coordina l’equipe educativa e le azioni dei singoli rispettando ruoli, professionalità e obiettivi. In questo caso, il pedagogista si pone come mediatore nei conflitti e tiene il gruppo educativo unito.

Perchè avviare un percorso con il pedagogista

Si sceglie di avviare un percorso con il pedagogista perché in alcuni momenti di vita sembra di essere bloccati, di sentire il terreno franare sentendosi incapaci di gestire delle relazioni o perché si ha bisogno di ritrovare la strada che porti equilibrio e benessere.

Scegliere di lavorare su di sé, di accettare una guida è una scelta consapevole dettata anche da tanta umiltà perché consapevoli dei propri limiti.

A volte per un genitore è faticoso affrontare le sfide di vita soprattutto quando il ciclo naturale della famiglia cambia in seguito a una nascita. É il momento di imparare il ruolo del genitore, di instaurare un rapporto di amore e fiducia con il proprio figlio mantenendo anche viva la relazione di coppia.

La pedagogia si inserisce in un contesto delicato in cui individua i bisogni della famiglia, gli schemi educativi che si ripetono cercando di individuare una strada comune a entrambi i genitori per il bene del proprio figlio.

Un intervento pedagogico si struttura in tre step.

1. Osservare

L’osservazione ha lo scopo di cogliere i dettagli dello sviluppo del bambino e eventuali difficoltà.

L’analisi dell’ambiente è fondamentale per analizzare il contesto di vita del bambino, le sue abitudini sia a casa che a scuola.

Intervenire presto sul bambino perché è importante l’apprendimento dei primi anni di vita agendo tempestivamente, progettando e attuando percorsi mirati al recupero della difficoltà evidenziata e potenziando le abilità possedute.

2. Analizzare i comportamenti

Dopo la prima fase di osservazione si passa all’analisi comportamentale del nucleo familiare al fine di individuare le dinamiche sottese e le azioni che creano disequilibrio.

Si cerca di lavorare su ciò che può ridurre il comportamento e migliorare la qualità della vita del bambino.

É un lavoro che richiede attenzione da parte di genitori e insegnanti, i quali devo analizzare i propri comportamenti e capire come influenzano quelli del bambino.

3. Creare una buona relazione

Il pedagogista stimola il genitore alla condivisione piacevole all’interno della famiglia, al mettere su di un piano tutte le paure, le difficoltà, gli impedimenti nella gestione emotiva, relazionale, organizzativa senza aver timore di giudizio.

Creare un rapporto di fiducia per un clima sereno in cui il bambino possa trovare un ambiente accogliente, disponibile e che consideri opportunità e esigenze di ognuno.

Bisogna educare il genitore all’importanza del ruolo che ha, alla consapevolezza dei compiti, spesso sottovalutati, perché troppo impegnati nel caos della vita quotidiana che poco alimenta quella relazionale.

Osservare, analizzare, non diagnosticare è ciò che più mi ha conquistata nel decidere d diventare pedagogista, oltre alla passione per le materie studiate nel mio percorso di studi e all’amore incondizionato verso i bambini.

Una passione diventata professione spinta dal voler aiutare quante più donne, famiglie e bambini e che continua a alimentare quella fiammella che tutt’oggi è sempre viva nel mio ambito professionale.