Riuso e riciclo: definizioni

Riuso e riciclo sono definizioni spesso utilizzate come sinonimi: in realtà esprimono due concetti diversi, e due tipi di attività altrettanto diverse.

Una cosa, però, hanno in comune: la capacità di evitare o ridurre la produzione di rifiuti, dando una seconda vita ai prodotti o alle risorse (naturali o meno) che non utilizziamo più.

Si parla di riuso quando questa seconda vita comincia prima che il prodotto in questione sia trattato come un rifiuto.

Facciamo un esempio molto semplice: compro una bottiglia di acqua minerale (meglio se in vetro!), ne bevo il contenuto e poi la riutilizzo quotidianamente, riempendola di acqua di rubinetto. Se avessi un animo da artista, potrei riusare quella stessa bottiglia come portacandela, dopo averla colorata e decorata: il riuso può aprire ampi spazi anche alla creatività.

Si parla invece di riciclo quando il prodotto, una volta esaurito il suo compito primario o il ciclo di vita caratteristico, subisce una trasformazione a livello meccanico e cambia natura, diventando qualcosa di completamente nuovo (ma senza modificare il materiale di cui è fatto).

Anche in questo caso, le bottiglie possono fornire un buon esempio: prendiamo però in considerazione quelle in PET, che è un materiale plastico. Dopo essere state utilizzate (ed eventualmente riusate), le bottiglie in PET vengono gettate nei rifiuti secondo quanto previsto dalla raccolta differenziata, e da lì sono prelevate dai mezzi della nettezza urbana e avviate allo smaltimento o al riciclo.

Quest’ultimo avviene attraverso un procedimento di tipo industriale, che consente di trasformare il rifiuto in risorsa: dal PET delle comuni bottiglie si possono ricavare tessuti come il pile, imbottiture, coperte e perfino montature per occhiali. Perché questo avvenga, però, è indispensabile l’intervento di aziende specializzate.

Per riassumere: si riusa un bene o prodotto che non è ancora diventato un rifiuto, e si ricicla un bene o prodotto che invece lo è già diventato.

Riusare” e “riciclare“, assieme a “ridurre” (la produzione di rifiuti) e “recuperare” (cioè permettere ai rifiuti di svolgere una funzione utile, per esempio attraverso la produzione di energia), sono le 4 R dell’economia circolare.

Sono infatti le azioni che consentono di mantenere il valore dei beni e dei prodotti il più a lungo possibile, riducendo anche il loro (e il nostro) impatto ambientale.