Cosa vedere a Verona

Cosa vedere a Verona

Casa di Cagnolo Nogarola detto Romeo potrebbe essere la dimora di Romeo Montecchi? Temo non ne avremo mai la certezza. Di una cosa però sono sicura: se leggerai quest’articolo scoprirai cosa vedere a Verona, splendida e seducente città veneta, in una giornata o in un week end.

Nata duemila anni fa ai piedi dei monti Lessini, Verona è una culla di tesori architettonici e artistici di epoche diverse, attraversata dal fiume Adige, dal 2000 patrimonio dell’Unesco. Da sempre questa città riveste un ruolo strategico: per i romani era incrocio tra le vie Postumia, Gallica e Claudia Augusta oggi per il Quadrante Europa, una zona produttiva fondamentale per le autostrade e le linee ferroviarie del Brennero e della Serenissima. Ma cosa possiamo vedere a Verona?

Iniziamo!

Guida di Verona, con copertina flessibile
Leggendo l'articolo di Anna Furlan ti è venuta voglia di una gita a Verona? Ecco per te una guida per scoprire monumenti celebri e vicoli nascosti di questa magnifica città

Piazza Bra

Entriamo nella città da quello che fu l’ingresso principale per molti secoli: Porta Nuova, un’opera d’arte in pietra viva, costruita a metà del cinquecento dall’architetto Michele Sanmicheli per sostituire la Porta scaligera di Santa Croce e difendere la città. A fianco svetta la Torre Pentagona che presto sarà visitabile e darà vita a un nuovo percorso tra il Museo Maffeiano e la Gran Guardia.

Eccoci in Piazza Bra, il cuore della città, luogo suggestivo e raffinato dove ogni lato è una scoperta. Ad accoglierci il Palazzo Barbieri oggi una delle sedi del comune, un edificio maestoso costruito nell’Ottocento in stile neoclassico che ricorda gli antichi templi romani. Il comune organizza delle visite guidate, ti consiglio di non perdere la Sala degli arazzi.

A pochi passi c’è il Palazzo della Gran Guardia, una costruzione complessa iniziata nel Seicento e terminata a fine Ottocento, inizialmente doveva servire alle truppe del Doge e ad accogliere l’Accademia dei filotimi (che insegnava le arti cavalleresche ai giovani nobiluomini), poi i lavori si interruppero e furono ultimati nel 1853 sotto il dominio austriaco. Il palazzo ospita nella facciata tredici arcate ampie ognuna più di tre metri e mezzo. Oggi accoglie mostre d’arte, congressi e proiezioni cinematografiche.

Arriviamo al giardino Vittorio Emanuele II dove troviamo una statua del primo re d’Italia e la Fontana delle Alpi, un monumento del 1975 che simboleggia il gemellaggio tra Verona e Monaco di Baviera. Sai come la chiamano simpaticamente i veronesi? “Struca limoni” perché la forma richiama uno spremiagrumi.

Arena_Verona

Ed eccola: svetta maestosa l’Arena, l’anfiteatro romano (quarto per importanza in Italia) che ha reso Verona famosa in tutto il mondo. Alcuni reperti dimostrano che sarebbe stata edificata intorno all’80 d.C., prima del Colosseo. L’Arena ha una pianta ellittica pensata per ospitare trentamila persone, anticamente era stata costruita lontano dal centro abitato, nel 265 d.C. fu inglobata alla città. Il nome latino “arēna” significa sabbia infatti l’area centrale era composta da sabbia, racchiusa da kòilon (l’insieme di gradinate) che permettevano agli spettatori di avere un’ottima visuale durante i giochi romani.

Quali giochi? Combattimenti tra gladiatori, naumachie (rappresentazioni di battaglie navali) e venationes (cacce ad animali feroci).

Salendo i quarantaquattro gradini puoi ammirare il panorama suggestivo dalla città ai monti. La struttura era circondata da due anelli, uno interno l’altro più esterno. Nel 1117 un forte terremoto distrusse quasi tutto l’anello esterno. Se osservi l’Ala, l’unica parte di mura esterne ancora presente, puoi immaginare i tre ordini di aperture ad arco che esistevano e le settantadue arcate a cui corrispondevano altrettanti ingressi.

Già in epoca romana i combattimenti furono vietati e l’Arena perse importanza, solo nel 1500 fu restaurata e diventò teatro. Nel 1913 l’Arena rinasce grazie all’idea di Giovanni Zenatello, un tenore veronese che rappresenta l’Aida proprio qui per omaggiare Giuseppe Verdi a cent’anni dalla nascita. Da allora ogni anno durante la stagione estiva l’anfiteatro ospita un festival trionfale: l’Arena Opera Festival che rappresenta le più importanti opere monumentali (Aida, Turandot, Cavalleria rusticana, Nabucco, Traviata). Anche chi non ama l’opera viene rapito dall’atmosfera magica e dal pathos che si crea appena gli artisti entrano in scena. Quest’anno il Festival diventa ambasciatore della cultura e delle bellezze italiane nel mondo.

Cos’altro possiamo vedere a Verona?

Casa di Giulietta

Casa_di_Giulietta_Verona

Ora possiamo decidere di fare salotto sul “liston”, il marciapiede in lastricato rosa a ovest della piazza che collega il corso Porta Nuova a viale Mazzini oppure proseguire verso la casa di Giulietta in via Cappello.

Scegliamo la seconda possibilità, seguiamo la fila, un arco ci porterà al cortile di Giulietta Capuleti. La casa è un palazzo medievale dove abitava la famiglia Cappelletti trasformata nella tragedia shakespeariana in Capuleti. Troverai lo stemma del cappello sulla parte centrale dell’arco. I Cappelletti erano mercanti di spezie chiamati in questo modo per via del copricapo che indossavano. Ma Shakespeare non è l’unico scrittore che parla di questa famiglia, e non è stato il primo a storpiarne il nome, Luigi da Porto nella “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” ha tradotto in modo errato il cognome Cappelletti che è diventato Capulet. Prima di loro anche Dante nel VI canto del Purgatorio li aveva nominati e poi Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi ha dato un ruolo alla famiglia: protettrice della zona bergamasca. Capiamo quindi che i Cappelletti erano benvoluti dalla letteratura, ma torniamo a noi.

Ora possiamo ammirare la statua in bronzo di Giulietta creata nel 1968 dall’artista veronese Nereo Costantini. Purtroppo quella originale si stava rovinando così è stata sostituita da una fedele replica fatta da un allievo dello stesso Costantini. Ora se siamo impavidi turisti possiamo fare un gesto curioso: toccare il seno della statua di Giulietta. “E perché?” ti chiederai, beh sembra porti fortuna in amore. Se vedrai qualcuno farlo, non preoccuparti, spera solo di trovare un grande amore. Se alziamo gli occhi vediamo il balcone di Giulietta, quello su cui lei e l’amato Romeo si incontravano furtivamente. Entriamo nel palazzo che è stato restaurato, in origine aveva una torre più alta dell’attuale. L’interno contiene elementi architettonici, decorazioni, oggetti e dipinti trecenteschi.

Salita la scala arriviamo nella sala che precede il balcone, possiamo attraversarla e sostare sul ballatoio immaginando l’atmosfera cinquecentesca. Il salone delle feste potrebbe essere quello in cui Romeo e Giulietta si sono incontrati la prima volta. Al primo piano della torre c’è la camera della quattordicenne donzella. Qui troviamo il letto che Franco Zeffirelli usato nelle scene del suo film e alcuni costumi originali dell’opera. Salendo la torre possiamo ammirare i suggestivi belvedere di Verona. Una volta c’era il muro dell’amore, uno spazio che poteva essere usato dagli amanti di ogni dove che volevano scrivere dei messaggi per lasciare il segno del loro passaggio. Ora purtroppo non è più possibile. Adesso proseguiamo?

Piazza delle Erbe

Piazza_delle_Erbe

La piazza più antica della città ha una forma rettangolare ed era un foro romano all’incrocio del Decumano e del Cardo Massimo, centro della vita politica, economica e religiosa diventata con gli Scaligeri polo culturale, artistico e commerciale. Nella parte nord possiamo vedere il Palazzo del Comune, la Torre dei Lamberti, la casa dei Giudici e le case dei Mazzanti. La Torre dei Lamberti, costruita per opera della famiglia Lamberti, è l’edificio più alto di Verona (alta 84 metri), in stile romanico aveva mattoni alternati a tufo che oggi vediamo solo sulla parte bassa.

Dobbiamo visitarla per panorama incredibile che si può vedere da lassù e per le quattro campane presenti nella zona campanaria. Il Rengo è la maggiore e suonava per invitare i consiglieri comunali (l’Arengo) o come chiamata alle armi se c’erano emergenze. La Marangona è la minore, marangon in veronese significava falegname, serviva in caso di pericolo d’incendio e batteva le ore del giorno. La Campana delle ore e la Rabbiosa sono state aggiunte a fine Settecento e dominavano le terrazze panoramiche. Possiamo scegliere se visitarle salendo i gradini oppure prendendo l’ascensore panoramico trasparente. Nel lato ovest la Torre del Gardello si eleva, un’iscrizione ci ricorda che fu la prima ad avere un orologio a campana che scandiva le ore della giornata, successe nel 1370.

Accanto troviamo il Palazzo Maffei, un edificio in stile veneziano maestoso a tre piani. Pensa che si possono vedere le fondamenta della reggia dal ristorante interno. Al pianoterra vediamo cinque fornici (delle porte di pubblico passaggio), a salire dei finestroni divisi da semicolonne, l’ultimo piano sembra una miniatura del primo piano, compaiono però delle aquile ornamentali. L’edificio è abbellito in alto con statue raffiguranti gli dei greci: Apollo, Giove, Ercole, Minerva, Mercurio e Venere. Quella di Ercole potrebbe arrivare dal Campidoglio. All’interno c’è una scala tortile in pietra che congiunge le cantine al tetto. Dall’anno scorso ospita la collezione privata Carlon, composta da trecentosessantacinque opere dal Trecento all’arte contemporanea. A sud della piazza troviamo la Domus Mercatorum (Casa dei Mercanti) che era sede d’affari nel Medioevo.

Tutti i giorni in Piazza delle Erbe troverai il mercato di frutta, verdure, oggetti di artigianato locale e prodotti tipici. È il luogo preferito dei veronesi e secondo la Fondazione Marilena Ferrari la piazza italiana più amata al mondo nel 2012.

Facciamo ancora qualche passo e ci troviamo sotto l’Arco della Costa di Verona, cosa c’è sopra le nostre teste? Un osso appeso. Secondo la leggenda potrebbe appartenere a Lucifero che la perse quando cadde sulla Terra, verosimile la versione della costola di Balena scelta come insegna di una bottega nel Medioevo.

Piazza dei Signori

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Chiamata anche Piazza Dante o il “salotto di Verona” è un’elegante piazza medievale diventata importante con gli Scaligeri anche se il Palazzo della Ragione e la Domus Nova esistevano già. È ricca di fantastici scorci e monumenti importanti: il Palazzo del Comune, la Loggia del Consiglio, il Palazzo della Ragione con la Scala della Ragione, il Palazzo del Podestà o Palazzo del Governo, il Palazzo di Cansignorio.

Il Palazzo della Ragione, un imponente edificio che accoglieva gli organi giudiziari, è stato modificato e restaurato più volte, la facciata e la scala sono in marmo rosso veronese. Nasce nel XII secolo, anticamente sembrava una residenza fortificata difesa da quattro torri (anche se ne sono documentate solo tre), oggi purtroppo ne rimangono due. I piani terra e i mezzani erano aperti verso l’interno del Palazzo mentre quello nobile aveva una grande sala che ospitava le assemblee cittadine. Oggi è la sede della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Forti decide di lasciare gran parte degli averi e la raccolta di opere d’arte alla città perché fosse costruito un museo d’arte. La collezione nel tempo è stata arricchita da lasciti e donazioni di artisti, enti pubblici e istituti di credito oltre ad acquisti comunali. La collezione ora ha circa 1.600 opere dall’Ottocento ad oggi.

Un piccolo passaggio ci porta al Mercato vecchio, quello che era il luogo delle attività commerciali e del mercato cittadino. Da qui possiamo vedere la maestosa Scala della Ragione che conduceva all’interno del Tribunale. Puoi riconoscere stili diversi: tardogotico, rinascimentale, neoclassico si armonizzano tra loro in questa scala. Il balcone si chiama arengario e veniva usato dai giudici al momento delle sentenze. Poco sopra vediamo l’Allegoria di Verona tra le arti, un meraviglioso affresco di Giovanni Bevilacqua che celebra l’interesse della città per l’arte.

Al centro della piazza troviamo la statua di Dante Alighieri, nata per omaggiare il sommo poeta a seicento anni dalla nascita. Dante visse sei anni a Verona, è qui che l’artista ha scritto parte del canto del Paradiso dedicato a Cangrande della Scala. La statua ideata da Ugo Zannoni rappresenta lo scrittore che indossa il lucco (una veste in panno usata da magistrati e dotti fiorentini trecenteschi) e regge con la mano sinistra la sua opera, è un volto severo e pensieroso. Dietro di lui sull’arco di San Zenone appare la statua di Girolamo Fracastoro, medico, poeta e astronomo che tiene in mano “la bala de Fracastoro”, la sfera del mondo. Una leggenda veronese narra che la sfera cadrà in testa al primo uomo onesto che avrà il coraggio di oltrepassare l’arco, non è ancora caduta.

Arche Scaligere

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In pochi passi arriviamo alle Arche Scaligere, i sepolcri magnificenti della famiglia Della Scala, signori di Verona tra il Duecento e il Trecento. Sono monumenti gotici, definiti uno degli esempi più belli di questo tipo di arte, composti da sculture equestri che sembrano voler raggiungere il cielo. Confinano con la Chiesa di Santa Maria Antica, il posto era già diventato cimitero di famiglia. La cancellata in ferro battuto è formata da anelli che avvolgono lo stemma di famiglia e sostenuta da colonne con statue in marmo. Qui sono conservate numerose arche (tombe) alcune a forma di sarcofago. Le principali sono tre:

  • La più antica risale al 1277, nata per accogliere le spoglie di Leonardino Della Scala detto Mastino I, patriarca di famiglia, sfortunatamente è rimasto solo il sarcofago;
  • La seconda appartiene a Can Francesco Della Scala detto Cangrande I, potrebbe essere del 1330. Cangrande I aumentò l’egemonia della famiglia e di Verona e guidò la frangia ghibellina. Fu anche politico, amministratore e amico di Dante Alighieri, gli diede rifugio e protezione quando Firenze divenne città guelfa. Oggi l’arca è un po’ diversa da allora, negli anni sono stati aggiunti il tetto a piramide con la statua equestre e il sarcofago con la figura del cavaliere. I Sembra che il primo sarcofago sia un altro, si trova all’interno del cimitero e riproduce la scultura romanica con influssi bizantini. Mastino II successore di Cangrande fece restaurare la tomba da un maestro di arche scaligere che riuscì a integrare elementi iconografici locali e stranieri, utilizzò sculture in rilievo, frontoni e pinnacoli. L’arca di Cangrande celebra i suoi successi militari, sono incisi i nomi delle città del regno (Vicenza, Feltre, Padova, Belluno, Marostica, Treviso e Verona) e l’Annunciazione. Sopra la tomba c’è una copia della statua equestre di Cangrande, l’originale è conservata al museo di Castelvecchio, sembra sia la più bella del Trecento;
  • L’arca di Cansignorio Della Scala (figlio di Mastino I) è a pianta esagonale, in ogni angolo ci sono pilastri gotici che sorreggono le edicole, queste ospitano sei guerrieri: Giorgio e Luigi re di Francia, Sigismondo, Valentino, Ludovico, Martino. Le altre sei colonne sostengono il sarcofago di Cansignorio. L’iscrizione scolpita potrebbe essere tradotta così: «Io, Cansignorio, riposo in quest’arca splendente. Io che avrei potuto essere monarca di molte città d’Italia. Io che di due popoli (il veronese e il vicentino) tenni comunque lo scettro, e quelli ressi con giustizia e con pietà. Il mio valore, aggiunto all’amore per la pace e non disgiunti alla mia fede, mi daranno fama per i secoli avvenire». Il monumento che si trova a quattro metri d’altezza, ha scolpiti alcuni racconti dell’Antico Testamento, sei colonne sorreggono il baldacchino che preserva il sarcofago, sopra possiamo vedere alcune Virtù. Cansignorio Della Scala si erge maestoso con l’elmo ornato con ali d’aquila (simbolo del vicario imperiale) e armato di scudo e lancia.

Le altre sepolture hanno minor pregio, tra le più importanti quella di Alberto I.

Ponte Pietra

Arriviamo a Ponte Pietra, la prima costruzione romana a Verona. È uno dei luoghi più suggestivi, costruito probabilmente sopra un guado preistorico. Ha la forma a schiena d’asino infatti la parte centrale è più alta rispetto alle estremità per garantire maggiore luce, in modo che il fiume dovesse salire molto prima di esondare. Furono realizzate anche due fori per lasciare passaggio al fiume: uno grande tondeggiante al centro del ponte l’altro lungo e stretto sul pilone sinistro. La struttura è in ottime condizioni anche grazie al primo foro che ha permesso all’acqua in eccesso di defluire.

Se lo osserviamo ci accorgiamo che non è in asse con le costruzioni circostanti, non è armonico rispetto alla struttura urbana. Era chiamato Postumio, costruito per sostituire un ponte di legno che collegava la città alla collina dove era presente il complesso del Teatro. Il ponte è stato distrutto più volte da piene e terremoti ma ricostruito perché rappresentava un punto strategico. I tedeschi durante la Seconda guerra mondiale hanno minato tutti i ponti dell’Adige per fortuna tra il 1957 e il 1959 è stato ricostruito con i blocchi di pietra recuperati sui fondali del fiume. 

Ponte Pietra è lungo 95 metri, presentava cinque arcate in origine composte da blocchi squadrati in pietra bianca. Oggi gli archi sono comunque cinque ma hanno lunghezze diverse. Il manufatto non aveva decorazioni particolari tranne la scultura di una divinità fluviale che ci stupisce ancora nella seconda arcata da sinistra. La spalla sinistra e i due archi vicini sono di epoca romana mentre la spalla destra, l’arcata attigua e la torre sono state ricostruite nell’era scaligera, la parte centrale risale al periodo veneziano come testimonia un leone di San Marco che regge lo stemma di Verona.

È stato costruito con materiali diversi: il calcare rosso ammonitico risale al periodo romano, i mattoni a quello medievale.

Per percorrere il ponte si attraversa la Torre di Alberto I, che sembra sia stata costruita a fine Duecento.Un documento ritrovato del 1277 ci dice che Mastino ha venduto un terreno con una casa a più piani al fratello Alberto, questi poi ha deciso di costruire la casa-torre al centro del Cortile.

Nel 1285 compare negli statuti comunali un’autorizzazione in cui Alberto avrebbe potuto costruire strutture fortificate nelle sue terre, quest’atto potrebbe legittimare ciò che Alberto aveva già costruito. Anche la torre è stata restaurata e risanata recentemente, durante il restauro sono stati scoperti affreschi e decorazioni del periodo trecentesco.

Escursioni sull’Adige

E ora armati di giubbotto salvagente e pagaia possiamo fare rafting sull’Adige, solo così possiamo ammirare alcuni scorci e punti di vista che da terra non potremmo vedere. Il fiume è abbastanza tranquillo ma in alcuni passaggi mette un po’ di adrenalina, la discesa è comunque adatta anche ai bambini. Possiamo scegliere la canoa o i gommoni in questo caso quasi alla fine potremmo gareggiare con altri gommoni. Le guide raccontano la storia della città, dei palazzi, dei musei, della navigazione fluviale, della potamologia e alcuni aneddoti curiosi del luogo. Possiamo visitare anche il Museo dell’Adige, una piccola galleria che si trova all’interno della chiesa sconsacrata di San Lorenzo. All’interno troviamo delle testimonianze delle tradizioni e del lavoro lungo l’Adige, come erano organizzati i trasporti e l’agricoltura e attrezzi come le macine e i filatoi. L’escursione intorno agli otto chilometri dura circa due ore, tre le totali con spiegazioni e preparazione, al punto d’imbarco e di arrivo ci sono delle aree verdi, se vogliamo possiamo sostare per un bel picnic. 

Attraversato il ponte andiamo alla funicolare di Castel San Pietro, che si trova nel cuore dell’area romana. Saliamo e in un minuto all’incirca arriviamo a Colle San Pietro, da qui vediamo l’intera Verona: il centro storico, Ponte Pietra, l’Adige, le mura, le torri, un panorama mozzafiato diurno, serale e notturno. Possiamo anche capire quanta strada abbiamo percorso. La sera questa zona si anima, turisti e locali possono vivere questo ambiente suggestivo e godersi l’aperitivo, una cena o un dopocena all’aperto. La funicolare è il punto di partenza di alcuni sentieri pedonali, da qui si arriva ai colli vicini alla città.

In cima al colle c’è una caserma militare dell’Ottocento fatta dagli austriaci, qui sono stati trovati reperti dell’Età del Ferro. I romani costruirono un tempio e un forte che potesse difendere Ponte Pietra, nel Medioevo furono eretti un quartiere (castrum) e la chiesa. I Visconti invece nel Trecento costruirono la fortezza. Purtroppo a inizio Ottocento le truppe di Napoleone distrussero il castello prima di consegnare Verona agli austriaci. Poco dopo fu edificata la caserma. Gli austriaci per fortuna l’hanno costruita adattandola all’ambiente circostante usando i materiali tipici dell’architettura veronese: muratura in pietra per le parti verticali, laterizi per gli archi, pietra e tufo per gli elementi decorativi. Richiama le fortezze medievali, nella parte centrale si alza su tre piani, ai lati sorgono le torri difensive, le finestre ricordano lo stile romanico. All’interno c’erano le camerate, gli alloggi per gli ufficiali e laboratori e depositi per gli equipaggiamenti. Ora è visitabile solo la parte esterna. 

Ma abbiamo ancora molte altre cose da scoprire a Verona.

Quando visitare Verona e come raggiungerla

Scopriamo ora quando visitare Verona e come raggiungerla.

Verona è una città della Pianura veneta ai piedi della Lessinia, a circa 30 chilometri dal Lago di Garda. Proprio per la posizione geografica ha un clima moderato, né troppo freddo né troppo caldo. Durante l’inverno la temperatura può scendere sotto 0° in estate è possibile superare 30°.

I mesi migliori dal punto di vista climatico sono quelli primaverili quando la temperatura oscilla fra i 15°C e i 22°C, potrebbero esserci precipitazioni ma il clima è in genere piacevole e asciutto. Nonostante la calura da giugno ad agosto il centro si anima di passione con l’Opera Festival. Procurati ventaglio, ventilatore tascabile, acqua, frutta, verdura e se anche credi che l’opera sia lontana da te, lasciati sedurre dalla bellezza travolgente di uno spettacolo lirico in Arena. In autunno le temperature scendono un po’, a novembre potresti trovare giornate umide e nebbiose. L’inverno invece ha giorni freddi ma solitamente sereni, è il momento in cui ci sono meno turisti. Durante la settimana di San Valentino il paese si anima di eventi dedicati agli innamorati, luminarie e drappi rossi decorano il centro storico.

Puoi raggiungere facilmente Verona dalle principali città italiane ed europee perché è uno snodo importante di reti ferroviarie, autostradali e sede dell’interporto Quadrante Europa.

In treno: Le linee ferroviarie primarie che la attraversano sono la Milano-Venezia e la Bologna-Brennero. La stazione principale è Verona Porta Nuova, raccordo tra le tratte Milano-Venezia e Brennero-Roma. Dalla stazione si possono prendere gli autobus ATV e arrivare comodamente in centro a piazza Brà (linee 11, 12, 13, 51 e 52 le linee serali e festive sono invece: 90, 92, 94, 96, 97, 98). Potresti anche noleggiare una bicicletta con il servizio bike sharing oppure un monopattino elettrico in free floating (parcheggiando il mezzo nei punti contrassegnati o segnalati all’interno delle App).

In auto: Puoi percorrere l’autostrada A4 Milano-Venezia (Serenissima) e uscire a Verona Sud per il centro o la Fiera. Arrivando dalla A22 Brennero-Modena raggiungi il raccordo con l’autostrada A4 in direzione Venezia ed esci a Verona Sud. Dal casello prosegui seguendo i cartelli “tutte le direzioni” e poi le indicazioni per il centro.

In aereo: L’aeroporto Valerio Catullo è a Sommacampagna, a circa 10 Km dal centro di Verona. Dall’aeroporto partono bus navette Aerobus ogni 20 minuti durante il giorno, la sera invece si diradano, in 15 minuti all’incirca ti porteranno a Verona Porta Nuova.

Altra soluzione sono i transfer condivisi oppure taxi gestiti dalle compagnie Unione Radio Taxi, Taxi e Autoblu, Radiotaxi Catullo, questi però sono mezzi più costosi.

Alla fermata Verona Porta Nuova c’è anche una navetta che due volte al giorno collega la città all’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Brescia-Montichiari, distante 52 Km dal centro.

Musei e teatri di Verona

Il Museo di Castelvecchio è il principale museo di Verona, al suo interno ci sono sculture medievali, armi (circa 300), campane, una pinacoteca con i dipinti di Paolo Caliari detto il Veronese, Pisanello e altri artisti veronesi, collezioni di arte rinascimentale e moderna. Troverai ventinove sale d’esposizione con 622 opere, il Gabinetto Disegni e Stampe che contiene più di diecimila realizzazioni tra disegni, stampe e lastre fotografiche. Il Gabinetto Numismatico invece conta all’incirca 90.000 monete. Negli anni ‘50 del secolo scorso è stato restaurato in collaborazione con il progettista Carlo Scarpa che ha ripensato gli spazi e disposto le opere per dare la possibilità agli ospiti di vivere un’esperienza totalizzante.

La Galleria d’Arte Moderna si trova all’interno del Palazzo della Ragione, qui potrai ammirare la collezione Forti, più di 150 opere create tra l’Ottocento e il Novecento. La Galleria è nata con l’intento di riconsegnare alla città le ricchezze culturali, architettoniche, artistiche e storiche raccolte dal botanico e mecenate Achille Forti e in seguito da donatori e lasciti testamentari. Oggi la Galleria raccoglie pressappoco 1.600 opere tra cui “Meditazione” di Francesco Hayez o “I fiori” di Mario Mafai.

Palazzo Maffei è un edificio seicentesco in stile barocco acquistato dall’imprenditore Luigi Carlon, collezionista e amante delle opere d’arte. Oggi custodisce la collezione Carlon, più di 350 opere che creano un fil rouge tra arte antica e moderna. Dipinti, sculture, disegni e oggetti d’arte applicata soggiornano nelle sale decorate con affreschi e stucchi. Qui troverai capolavori di grandi artisti: Boldini, Picasso, Morandi, Magritte, De Chirico, Duchamp, Boccioni, Balla e altri ancora. Una piccola curiosità: una volta al mese lo storico Luca Scarlini racconta sui canali online di Palazzo Maffei storie, aneddoti e vicende legate alle opere d’arte dei maestri veronesi.

Il Museo Civico di Storia Naturale è un edificio cinquecentesco progettato dall’architetto Michele Sanmicheli. Ospita sedici sale espositive con minerali, rocce, animali e piante fossili, ci sono inoltre la biblioteca e i laboratori di ricerca scientifica. Da quasi cinque secoli i ricercatori raccolgono i reperti per il Museo che è diventato punto di riferimento per studi scientifici e pubblicazione di testi specialistici ed esplicativi. Il Museo è importante anche per la sezione didattica rivolta a scuole, famiglie, associazioni e appassionati della natura.

Il Museo Archeologico si trova nel quartiere Veronetta, ai piedi del Colle San Pietro. Qui troviamo Palazzo Fontana che segna l’ingresso della zona archeologica, il teatro romano di Verona costruito nel I secolo a.C. e il convento dei gesuati (in origine laici ispirati dagli insegnamenti di San Girolamo) che oggi ospita il museo. All’interno sono custoditi reperti romani ritrovati a Verona e nelle zone limitrofe, sculture che ritraggono personaggi importanti in epoca romana e sculture decorative, documenti relativi agli spettacoli in teatro, ma anche oggetti in marmo e bronzo che decoravano le aree pubbliche. E ancora potrai trovare iscrizioni romane e oggetti preziosi di uso comune.

Il Museo della Radio si trova all’interno di Porta Vescovo, oggi patrimonio dell’Unesco grazie all’associazione Museo della Radio che ha curato un progetto per dare nuova vita all’area. All’interno potrai ammirare una collezione di immenso valore che omaggia il mondo radiofonico. L’oggetto più importante è probabilmente l’antenna direzionale ideata da Marconi che inviò il primo segnale wifi dal Panfilo Elettra a Sidney il 26 marzo 1930. La collezione privata di Alberto Chiantera ha quasi quattromila dischi, un telegrafo, trasmettitori e radio dal secolo scorso ad oggi.

Il Museo Africano nasce ufficialmente nel 1938, ufficiosamente nel 1918 grazie ai missionari Comboniani e al vescovo Francesco Sogaro. Inizialmente mostrava il lavoro dei missionari in Africa. Negli anni Settanta fu aperto al pubblico e messo a disposizione di chi volesse conoscere e studiare la cultura africana. Dal 1996 il museo è diventato un luogo di conoscenza multiculturale. All’interno ci sono diverse sezioni del percorso permanente che testimoniano il ciclo della vita (nascita, infanzia, iniziazione alla vita adulta, matrimonio, potere e anzianità, antenati), un bellissimo video di benvenuto racconta che proprio in Africa è nata l’umanità. Troverai anche rappresentazioni e oggetti lavorativi di uso comune, maschere che vengono indossate nei riti e nelle celebrazioni, un’area dedicata al Tukul (uno spazio neutro di dialogo e incontro delle comunità) e alle religioni tradizionali africane, opere d’arte, una biblioteca con ventimila volumi e un’emeroteca, mostre contemporanee.

Il Teatro Filarmonico, è il più importante dopo l’Arena qui sono messe in scena opere liriche, balletti e concerti durante la stagione invernale. La sala Maffeiana è l’unica parte originale, sopravvissuta agli incendi e ai bombardamenti. La stagione si apre ogni anno con “Il Settembre dell’Accademia” la rassegna musicale dell’Accademia Filarmonica di Verona.

FonderiaAperta è l’unico teatro italiano che nasce da un’antica fonderia didattica, è un progetto che vuole promuovere cultura ed arte in tutte le sue forme. Ospita esposizioni artistiche e di design di professionisti nazionali e internazionali, compagnie teatrali, spettacoli di danza e musica, ha uno spazio auditorium e una sala congressi.

Il Teatro Ristori nasce nel 1837, si chiama così in onore di Adelaide Ristori, attrice italiana dell’Ottocento. Qui potrai immergerti nei generi più vari: spettacoli sinfonici, di prosa, di danza, rappresentazioni teatrali, prime cinematografiche, varietà, musica jazz, concerti. Il teatro ospita conferenze, convegni e attività culturali, ha una studio di registrazione professionale anche per sessioni live e didattiche.

Dove mangiare a Verona

Verona è una splendida città d’arte, intreccio di culture e storie di epoche diverse ma è anche un luogo dove assaggiare piatti della tradizione e ottimi vini locali. Se vuoi vivere la città devi anche provare la sua cucina.

Quali piatti non puoi proprio perdere?

Risotto all’Amarone, un primo piatto squisito composto da riso vialone nano, formaggio Monte Veronese d’allevo e Amarone della Valpolicella. Se non incontra i tuoi gusti potresti provare il risotto al Tastasal, un impasto di carne di maiale macinata salata e condita con pepe a profusione. Altro piatto eccellente è il Bollito con pearà, carni miste accompagnate dalla pearà, una salsa delicata e pungente fatta con pane grattugiato, brodo, midollo di bue e pepe nero. La Pastissada de caval invece è un secondo piatto di antica tradizione preparato con carne di cavallo messa a macerare nel vino e stracotta con soffritto e spezie. Ci sono molte altre specialità ma adesso ti chiederai: “Dove posso mangiare queste specialità a Verona?”. Mi sono permessa di scegliere per te tre posti caratteristici.

Il primo è il ristorante Osteria Sgarzarie che si trova nell’omonima corte vicino a Piazza delle Erbe. Le sgarzerie erano luoghi in cui venivano cardate o scardassate le lane. Il locale è confortevole e propone una cucina tradizionale ricercata che varia a seconda della stagione. Ha tre aree esterne, una adatta anche in caso di pioggia. Qui potresti scegliere i “bigoli” al sugo di lepre, Amarone e bacche di ginepro o la “pastisada de caval” con polenta gialla, la tagliata di punta d’anca di scottona della Lessinia o ancora una selezione di formaggi con mostarde e frutta. L’osteria ha prodotti locali, il pane e la pasta sono fatti in casa con grano biologico. Troverai anche una buona selezione di vini.

Il Darì Ristorante & Enoteca è all’interno del palazzo Ca’ Rezzonico collocato alla fine del vicolo San Pietro Incarnario. Un’atmosfera accogliente e raffinata ti accoglie all’interno e in giardino. Piatti di terra, di mare, veneziani, veronesi e vicentini compongono un menù raffinato. Difficile scegliere! Posso suggerirti di provare il risotto all’Amarone, le moeche fritte o ancora il baccalà alla vicentina fatto secondo l’antica ricetta della Confraternita oppure la guancia di Sorana brasata all’Amarone, naturalmente ti aspettano tante altre specialità.

Latteria Verona è il terzo ristorante. Un locale ospitale e informale che si trova in via Ponte Pietra, vicino a Ponte Pietra. In realtà qui predomina la cucina pugliese fatta di pesce, carne e ingredienti di prima qualità. Potrai gustare taglieri di salumi, burrate, ottime pizze cotte nel forno a legna, panini gourmet dagli insoliti abbinamenti (il pane casereccio è fatto con farine biologiche), pasta alle cozze o frittura di pesce. Sceglierai anche qui se mangiare all’interno o all’esterno.

Dove dormire a Verona

Puoi vivere la città in modi e punti di vista molteplici: potresti visitarla in stagioni differenti, parlare con la gente del luogo, metterti alla stessa altezza di un bambino oppure vederla nei vari momenti della giornata.

Verona già nella versione diurna è splendida tuttavia la sera con il tramonto e le prime luci che si accendono sembra più romantica, ammalia e seduce. Le vie del centro si animano di persone locali e il turismo sembra dissimile, più rilassato. La notte invece diventa misteriosa: ogni angolo potrebbe rivelarsi un dolce dedalo in cui perdersi per poi notare un particolare che il giorno sembrava nascondere. Le luci illuminano l’Arena, le case, i palazzi, le vie, i locali, tutto diventa più intimo e festaiolo.

Se puoi fermati più giorni nella città scaligera, ne varrà la pena. Troverai un’ampia offerta tra alberghi, residence, bed and breakfast, agriturismi e altro ancora.

Ti suggerisco tre soluzioni per aiutarti nella pianificazione.

Residence Antico San Zeno è accogliente e curato, si trova vicino alla cattedrale San Zeno, a un chilometro dal centro storico e 300 metri da Castelvecchio. Una volta era un convento medievale, oggi la struttura è stata restaurata mantenendo l’antico fascino. Qui convivono antico e moderno: archi in muratura, pareti con sassi a vista, mobili in stile medievale, armature e comfort tecnologico. Puoi arrivare in auto perché è fuori dalla ZTL e accedere all’ingresso per caricare o scaricare i bagagli. C’è un piccolo parcheggio scoperto incustodito dove lasciare il mezzo oppure un parcheggio pubblico custodito e coperto con una tariffa dedicata per gli ospiti del residence.

Montemezzi hotel è un albergo a 4 stelle confortevole. È in periferia, dista 13 chilometri dal centro e 9 dall’aeroporto, è l’ideale per chi vuole godersi il silenzio della campagna. Le camere sono comode e arredate in modo semplice; hanno scrivania, minibar e cassaforte e naturalmente connessione wi-fi. Ci sono una sala fitness, un’area esterna, un garage interno e un grande parcheggio esterno. Puoi personalizzare alcuni servizi come la colazione o la cena, la cucina è adatta a persone celiache e vegetariane.

Bed & Breakfast Magnolia è gradevole, sembra quasi familiare. Si trova vicino alla stazione Verona Porta Nuova e all’Arena, ideale anche per chi vuole raggiungere il centro, la fiera o il lago di Garda. È una villa in stile liberty che ospita tre camere attrezzate. La colazione è servita nel salotto di casa dove c’è un camino che riscalda le giornate autunnali o invernali. In estate gli ospiti possono divertirsi a preparare appetitose grigliate in giardino. Vicino alla struttura c’è un parcheggio gratuito. La connessione è disponibile in tutte le camere e negli spazi comuni.

Giulia Bezzi

SEO strategist, CEO di SeoSpirito Società Benefit srl che si occupa di strategia SEO e content marketing, ama collaborare con le agenzie web, visto che non tratta tutte le aree digital, ed è la referente di numerosi progetti SEO, soprattutto per grandi ecommerce e portali. Founder di Bloginrete, il percorso per blogger consapevoli, che vogliono raggiungere grandi risultati dal loro blog, vivere una community incredibile e partecipare alle attività lavorative di SeoSpirito e dei suoi partner. Autore di "SEO&Journalism" accanto a Salvatore Russo, con il quale è Co-Founder di &Love srl, società che sviluppa eventi digital come SEO&Love. Sales Representative di Kleecks, SaaS di ultima generazione per la crescita di conversione, e non solo, che utilizza con molti suoi clienti. Speaker e docente per le discipline che riguardano il suo campo di attività è un'imprenditrice attenta alle tematiche sociali. A tal proposito, ha dedicato una parte della sua Società allo sviluppo di ciò che state leggendo, LeROSA, un progetto che stimola l'indipendenza economica, culturale e intellettuale della donna, senza demonizzare nemmeno per un attimo l'uomo.

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