Il potere della gratitudine
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Per parlarvi del potere della gratitudine inizio con il raccontarvi quando nella mia vita tutto questo non c’era.
Vi capita mai, nelle vostre giornate, di scoprirvi a lamentarvi per qualcosa o qualcuno? E magari vi siete anche poco simpatiche mentre lo fate. Lamentarsi è un modo come un altro per dire alla vita ” non mi piace quello che mi dai”. Credo che questo ci metta d’accordo tutte. Ma di cosa ci lamentiamo? Vi parlo di me. Anni fa mi capita spesso di lamentarmi per le troppe cose da fare, i troppi messaggi a cui rispondere, i consigli non richiesti dei miei genitori, la fatica a dimagrire. Lo facevo con cadenza quasi quotidiana e questo mi creava uno stato di profonda frustrazione.
Poi ho cambiato prospettiva. Un giorno, presa da un momento di illuminazione mi sono chiesta: “ma davvero vorrei che tutte queste cose finissero?”. Che poi significa: vorrei non avere da fare così tante cose (meno lavoro), non avere messaggi di persone a cui a rispondere, (meno relazioni), non poter contare sull’affetto e la cura della mia famiglia (rapporti familiari freddi), non poter cogliere l’opportunità di alimentarmi meglio e fare attività fisica (stare male fisicamente).
No, non lo avrei voluto. Non avrei voluto che accadesse nulla di ciò. Ricordo quel momento con grande affetto perché è stato un attimo di consapevolezza che ha aperto la strada a un nuovo capitolo della mia evoluzione personale. Attraverso la pratica della gratitudine ho cominciato a lavorare su questa illuminazione fino a che mi sono ritrovata a intervenire prima ancora che la lamentela prendesse forma.
Non facevo in tempo a lamentarmi perché era più forte il senso di gratitudine. Il cambio della prospettiva è diventata una mia alleata potente: la uso in ogni ambito della vita e mi aiuta a trovare soluzioni e a scoprire nuove strade. E posso dirvi con assoluta certezza che, senza di questa, le cose sarebbero andate diversamente per me.
Dove si può trovare la gratitudine
Ci sono giornate che non girano. Sembra che tutto sia lì per alimentare tutto ciò che non ci piace. Avete presente la sensazione di una catena alla caviglia che ci trattiene e ci impedisce di brillare? Siamo contagiosi. La nostra energia lo è. E non funziona affatto metterci il comportamento forzato, non è quello che ci può aiutare.
Occorre lavorare di intenzione: riconnetterci con la nostra energia. Recuperare il dialogo con l’Anima e seguirne le indicazioni che ci arrivano sotto forma di intuizioni.
Ma le intuizioni non sono pure se la mente è affaticata e l’energia è bassa. Rischiamo di male interpretare i messaggi e rimetterci su una strada che non porta in luoghi idilliaci ma altrove, dove non vorremmo andare. Ed eccola lì, la lezione da imparare. Ho voluto farlo, sapete? Ho voluto imparare ad ascoltare la mia energia bassa, le mie giornate “no”. E così sono riuscita a riconoscere le intuizioni “sporcate dalla paura e dalla rabbia”. È stato un percorso lungo, laborioso e soprattutto senza fine. Dura ancora oggi. Durerà sempre. Vi confesso che non so come avrei fatto senza l’aiuto della gratitudine. Quando dico che essere grati è una scelta intendo questo: costa impegno, fatica e messa in discussione. Richiede ascolto, dialogo e osservazione. Non si è grati con un grazie. Lo si è con il cuore colmo di emozione. Lo si è, spesso, in contrapposizione a ciò che il nostro Ego afferma. Spingiamoci oltre quelle giornate che non funzionano. Ritroviamo la nostra energia migliore e le catene si scioglieranno per darci una nuova grande lezione di vita e meraviglie lungo il percorso.
Facile? No. Possibile? Si.
Quindi, ragazze belle, l’invito che voglio rivolgervi è a porvi spesso la domanda: dove posso trovare gratitudine ora?A volte è in quel che accade, altre volte è altrove. Altre ancora ci vuol tempo per riconoscerla.
Ma, come ho scritto nel mio libro “Dire, Fare… Ringraziare”, la cosa certa è che “abbiamo sempre un motivo per essere grati”. E meritiamo di trovarlo.
I rituali di gratitudine che fanno la differenza
Ogni sera accade più o meno lo stesso rituale: leggo qualche pagina del libro del momento, non riesco ad addormentarmi senza questo momento che per me rappresenta il passaggio dalla giornata iper attiva alla notte. Poi chiudo il libro, lo appoggio sul comodino e prendo in mano il mio diario.
Quello giallo che parla di ciò che funziona e ha funzionato. Quello che mi spinge a farmi tante domande costruttive.
Ho elaborato una tecnica in questi anni. Un approccio che mi impedisce di dimenticare ambiti della mia vita che sono, invece, pronti a donarmi tanti pensieri preziosi.
Prima di dare seguito all’affermazione “sono grata per...” tengo a mente quattro diverse categorie. Mi serve a evitare di entrare in modalità pilota automatico ripetendo la stessa cosa ogni giorno.
Avete presente quelle frasi tipo “…per la mia famiglia” o “…per il mio cane”o “… per la giornata di sole”?
Per esempio ecco le 4 categorie che chiamo spesso in causa:
- Una vecchia relazione che mi ha aiutata ed è risultata preziosa
- Un’occasione che ho avuto nella giornata. Magari anche solo una telefonata fatta o la possibilità di concludere un progetto. Nulla di grandioso, solo vita.
- Una cosa bella accaduta e di cui sono stata testimone senza viverla in prima persona. Qui l’Ego si prende una bella lezione di umiltà
- Qualcosa di molto semplice e concreto. Evitare “alla mia carriera” ma preferire “il caffè che ho bevuto” oppure “la penna che ho usato per scrivere questa mattina”.
Queste sono 4 categorie che ho pensato e uso spesso ma qui la fantasia ci può venire in aiuto alla grande.
La gratitudine, ve lo dico spesso, è una questione di allenamento e creatività.