“Empatia digitale” di Assunta Corbo – Recensione

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Empatia digitale” è il nuovo libro di Assunta Corbo, giornalista affermata, pubblicato da Do it Human Editori.

L’empatia è un concetto alla base di qualsiasi relazione umana. Rappresenta la capacità di mettersi nei panni degli altri, provando le loro stesse emozioni.

Nel suo libro, Assunta non solo racconta di come l’empatia possa cambiare le nostre vite ma al contempo di come essa, nell‘era dei social, sia diventata anche digitale. La trama del libro si sviluppa intorno a questo concetto, apparentemente un ossimoro.

È un libro autobiografico nel quale Assunta ci fa dono della sua intera esperienza di giornalista tuttavia senza voler essere autocelebrativo. Tutt’altro. Il suo scopo è quello di far comprendere l’importanza dell’empatia, anche digitale, attraverso i valori che lei stessa ha esplorato e fatto suoi. Condividendoli sotto nuove prospettive. Costruttive.

Scopriamo insieme quali.

Trama di “Empatia digitale” di Assunta Corbo

La trama di “Empatia digitale” tocca diversi argomenti, tutti correlati tra loro, come petali di una margherita collegati al medesimo cuore.

Mi piace descrivere così il libro di Assunta Corbo. Il suo scritto nasce infatti da un desiderio: di condivisione finalizzata al miglioramento, di voler fare affiorare la bellezza delle situazioni e dei rapporti umani.

Nella presentazione del libro che ebbe luogo a Milano il 15 Ottobre scorso, a cui ebbi la fortuna di partecipare, Assunta Corbo e Liliana Di Donato – Caporedattore Attualità di Donna Moderna – lo introdussero in un clima che per me rappresenterà l’etichetta del libro.

In una parola: autentico.

“Empatia digitale” nasce da un promessa fatta dall’autrice all’età di 19 anni in occasione di un’intervista per un pezzo di cronaca. Scelse di non porre l’accento sulla tragicità dell’evento di cronaca. Controcorrente, decise di raccontare la versione costruttiva della storia, facendo affiorare le cose buone per cui il protagonista sarebbe stato ricordato.

Quel che ne fece in realtà fu una mission. È infatti fondatrice del Giornalismo Costruttivo in Italia che ha lo scopo di restituire al lettore il valore aggiunto delle storie e non unicamente la notizia.

“Empatia digitale” di Assunta Corbo tratta diversi temi: la vulnerabilità, la gratitudine, l’autenticità e l’azione, per citarne alcuni. I 9 capitoli del libro sono ispirati a valori fondamentali per Assunta, sviluppati in seguito all’incontro con persone a lei care e che, nel corso degli anni, l’hanno ispirata.

Nell’ordine, appariranno: Stefano Pigolotti, Alberto Manieri, Mariagrazia Villa, Riccardo Scandellari, Elisa Bonandini, Antonio Quaglietta, Paolo Schianchi e Giulia Bezzi, Founder de LeROSA.

Il tema principale è naturalmente l’empatia intesa come la capacità di immedesimarsi nelle situazioni altrui ed emozionarsi. “Perché digitale?” ti starai chiedendo.

Le nostre vite sono sempre più esposte e raccontate tramite i social. I contatti non sono più solo fisici. Online entriamo in contatto con un numero di persone che non riusciamo nemmeno ad immaginare, quando scriviamo un post o condividiamo una nostra fotografia.

Abbiamo tutti una grande responsabilità in tal senso, ci ricorda Assunta. Non solo i giornalisti, i blogger o gli influencer hanno questo onere. Anche tu, nel momento in cui scrivi un pensiero, condividi un contenuto o scrivi un commento. Stai lanciando un messaggio emotivo che certamente influenzerà la giornata o la vita di chi lo leggerà.

Il libro termina con il capitolo zero: è quello che chiude il cerchio.

Scegliere di fare la differenza significa esprimere il nostro punto di vista, aggiungendo valore ai nostri messaggi; comunicare quali insegnamenti abbiamo tratto dalla tal esperienza. Rispondere altresì con commenti di valore e costruttivi. Mostrare educazione e rispetto.

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Empatia digitale di Assunta Corbo
Il libro di Assunta deve essere assaporato in ogni sua pagina, alla scoperta di tutti quei messaggi costruttivi che sapientemente ci sa trasmettere e a cui vuole educarci

La nostra recensione

Confesso che sono solita leggere la prefazione di un libro alla fine, dopo aver terminato il libro. Ciò perché non voglio farmi influenzare da un punto di vista ma, anzi, alla fine della lettura, mi piace verificare quello altrui (dell’autore della prefazione stessa) per arricchire il mio.

Se hai già letto “Empatia digitale” di Assunta Corbo, non puoi non lasciartiispirare positivamente con il suo precedente libro “Dire, Fare… Ringraziare!“.

Per approfondire il tema dell’empatia e la capacità di elaborare due pensieri contemporaneamente, sia migliorativi che peggiorativi, ti consiglio “Factfulness” di Hans Rosling.

Sono infine convinta che l’empatia sia un semino da piantare e far crescere nei più piccoli, ecco perché segnalo con piacere un libro su come spiegare l’empatia ai bambini: “Le fate ci insegnano… l’empatia“.

La prefazione di Liliana Di Donato è stata capace di rafforzare la vision che si era creata nel mio immaginario. L’ha arricchita, spiegandomi che oggi sui social viviamo come in una scatola di vetro. Tutto ciò che facciamo può diventare pubblico: sempre più dettagli della nostra vita, del nostro pensiero e istanti della nostra quotidianità. Per lo meno se scegliamo di condividerli.

Il digitale oggi si fonde immancabilmente con la realtà. Non esiste più solo l’on-line o solo l’off-line. Come scrive Liliana Di Donato nella sua prefazione, si è creata una nuova dimensione “on-life“.

Il capitolo che mi ha colpita di più è quello relativo alla gratitudine. Essa è un’attitudine che va continuamente allenata, come un muscolo. Farlo è utile per essere capaci di vedere le cose da una prospettiva nuova. Interagire sia online che offline con un’attitudine positiva porterà sicuramente ad atteggiamenti e condivisioni più costruttive.

Quel che mi colpì durante la presentazione del libro “Empatia digitale” fu una sua frase: “Di persona, diresti le stesse cose che scrivi?“. La risposta che darai parlerà della tua autenticità. Questa è la grande responsabilità che dobbiamo riconoscerci in quanto utilizzatori dei social.

Che tu lo voglia o meno devi prendere coscienza del fatto che sui social anche tu sei un autore. Il contenuto è tuo tuttavia, dal momento in cui sceglierai di condividerlo, diventerà di tutti.

Del resto io oggi sto scrivendo quest’articolo grazie ad un post scritto dalla famosa blogger Carlotta Stacchini. Fu un semino che nel tempo fece crescere la speranza, di fare della mia passione il mio lavoro.

Frasi da non dimenticare di “Empatia digitale”

Le parole ci appartengono: vibrano intorno a noi. Le usiamo tutti i giorni. Ad alcune diamo l’opportunità di portare con sé un significato profondo. Ad altre, invece, permettiamo di vivere come fossero un dono al vento senza alcuna importanza. Ma non è mai così.

Nella comunicazione vince chi è umile. Considero l’umiltà una virtù intellettuale e una caratteristica che appartiene alle personalità più grandi.

Il giornalismo, nello stato di confusione e distorsione della realtà che viviamo oggi, non può stare lontano da concetti come empatia, umiltà, rispetto degli altri e diffusione di nuove idee e soluzioni.

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Se hai già letto “Empatia digitale” di Assunta Corbo, non puoi non lasciartiispirare positivamente con il suo precedente libro “Dire, Fare… Ringraziare!“.

Per approfondire il tema dell’empatia e la capacità di elaborare due pensieri contemporaneamente, sia migliorativi che peggiorativi, ti consiglio “Factfulness” di Hans Rosling.

Sono infine convinta che l’empatia sia un semino da piantare e far crescere nei più piccoli, ecco perché segnalo con piacere un libro su come spiegare l’empatia ai bambini: “Le fate ci insegnano… l’empatia“.