Famiglia allargata: le problematiche più comuni

Famiglia allargata: le problematiche più comuni

Al giorno d’oggi il concetto di famiglia ha assunto sfumature diverse e variegate. Conosciamo meglio come si compone una famiglia allargata e le problematiche più comuni che la riguardano.

Al centro degli equilibrio di ogni famiglia c’è sempre il rispetto tra i suoi membri, compreso quello del genitore nei confronti del figlio naturale o acquisito. L’adulto deve fare appello a empatia e sensibilità, per porre le basi di un futuro sereno coi giovani componenti del suo nucleo familiare.

Si tratta di un primo passo fondamentale la cui mancanza ha come frequente conseguenza figli ingestibili a casa e scuola. Purtroppo la convinzione di molti genitori è quella di imporre la propria autorità, oppure di lasciare troppa libertà, dominati più dal rimorso per la situazione familiare alterata che dalla necessità di crescere figli sereni e capaci di relazionarsi con gli altri.

Così, tra le problematiche più comuni ed evidenti all’interno alla famiglia allargata, la gestione, delle emozioni è una delle più comuni: l’eventuale gelosia che si può creare tra i figli di lei e di lui, se c’è ne sono, ma anche qualora dovesse nascere un figlio dalla nuova coppia. La gelosia tra fratelli, già comune anche nelle famiglie tradizionali, qui assume a volte livelli esponenziali di sofferenza proprio a causa delle dinamiche diverse.

La nuova organizzazione delle famiglie allargate, di cui l’affidamento congiunto è parte, porta il ragazzo/bambino a dover passare periodi con la madre o il padre, col rischio di ansie da distacco e paura di perdere il proprio ruolo affettivo.

Per il bambino lasciare il genitore con il “nuovo arrivato” può risultare difficile e fastidioso, con ripercussioni sul suo stato emotivo.

Una buona gestione delle relazioni e la serenità per la decisione presa o la capacità di eliminare il rancore per la scelta subita sono il miglior sistema di regalare alla famiglia allargata nuovi equilibri e piacevoli armonie, per grandi e piccini.

Il cambiamento

Il cambiamento viene vissuto un po’ da tutti i componenti interessati, il bambino/ragazzo, i genitori separati, gli eventuali nuovi compagni ed gli eventuali figli dei nuovi compagni. Questo perché di solito quando una coppia si forma deve gestire il rapporto a due, invece, in queste situazioni bisogna essere un abile” giocoliere” per controllare tutti i vari scenari possibili, calcolando che ci saranno i figli del compagno /a.   Le delicate dinamiche relazionali tra chi ne è coinvolto porta a far maggior attenzione ai bisogni dei figli.
E’ vero, e’ un grande cambiamento e i figli di genitori separati  ne risentono, ma  soprattutto dei malumori dei genitori, dei dispetti che quest’ultimi si fanno come ripicca. In un articolo di un post, di cui non ricordo l’ autore e ne il sito, diceva” … che si parlava ancora male di chi si separa e di chi si ricostruisce una nuova famiglia…”. Oltre a questa frase mi hanno colpito molto i commenti, infatti, criticare non porta a nulla di buono e neanche giudicare.  Le varie motivazioni le conoscono solo i diretti interessati, quello più importante e’ riconoscere, gestire ed aiutare i bambini ad accettare i sentimenti che questo cambiamento ne deriva. Purtroppo troppo spesso si “accusa” che le famiglie allargate siano una “moda” oppure qualcosa del “sistema moderno” che non funzioni e che ne faccia vacillare i principi, si “accusa” i genitori di abbandonare alle prime incomprensioni o problemi oppure di essere egoisti. Ma la verità, secondo me, e’ che ci vuole coraggio per affrontare il passo della separazione perché, potrebbe essere più facile e semplice rimane insieme per facciata, invece di affrontare quello che molti paragonano come ad un “lutto”  ed ognuno lo vive a modo proprio. Infatti, durante questa delicata fase si mettono a disposizione gli specialisti proprio per aiutare tutti i componenti, a volte basta una parola non detta, un gesto incompreso che porta a minacciare il delicato equilibrio.

Ad ogni cambiamento bisogna sempre prestare molta attenzione ed accortezza, soprattutto nei bambini perché essi hanno bisogno di stabilità e certezza, ancor più di noi adulti, quindi cercare di rimanere i loro punti di riferimento nonostante tutto. Ci si può abituare a tutto ciò, siamo sempre noi adulti a dirigere, quindi se viene vissuto il tutto il più serenamente possibile i bambini possono abituarsi a convivere con il fatto di non avere tutti e due i genitori sotto lo stesso tetto ma bisogna tener conto anche che ci possano essere momenti di nostalgia.

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L’inserimento

Chiaro è che, l’inserimento di un nuovo membro all’interno della famiglia già esistente è, seppur con tutte le precauzioni ed attenzioni del caso, sempre motivo di destabilizzazione di un equilibro tra il genitore e il figlio. Quindi, bisogna lasciare il tempo necessario per elaborare il tutto, compreso l’accettazione del nuovo componente. L’inserimento, a mio modesto parere, deve essere fatto con gradualità ma senza raccontare bugie ai  bambini, perchè essi capiscono e percepiscono ogni cosa che sta intorno a loro, solo che non hanno gli strumenti per elaborarla, in quanto dipende molto dall’età, dall’esperienza vissuta e dal temperamento del bambino stesso.

Per questo motivo, per non creare tensioni o malumori che porterebbero solo ad accentuare ancora di più le difficoltà relazionali sarebbe opportuno far in modo che tutti i figli, anche i più piccoli, siano ben consapevoli che la relazione tra i genitori è definitivamente finita ed essere ben consapevoli che la nuova relazione sia una cosa seria e duratura, piuttosto, se non si è completante sicuri, meglio viverla senza coinvolgere i figli; essi hanno bisogno di stabilità.

Per i primi tempi sarà opportuno cercare di istaurare legami con i figli del nuovo compagno o compagnia  cercando di passare qualche ora insieme senza pretese, senza obblighi o giudizi, poco alla volta si potrà anche presentare eventuali figli del nuovo partner.
La chiave di un rapporto sereno è il  tempo! Ci vuole tempo perché i figli accettino il nuovo partner ed i suoi figli( se c’è ne sono) perché potrebbero aver paura di essere sostituiti affettivamente dal nuovo compagno/a o dai suoi figli.

Il tempo in questa fase, è fondamentale. Cercare di non affrettare le cose, dare la possibilità ai figli di conoscere il partner ma anche noi stessi di conoscere chi ci sta accanto perché bisogna essere consapevoli di chi abbiamo vicino. Sarà scontato ma, credo, che conoscere il nostro nuovo partner sia fondamentale perché abbiamo bisogno di fidarci di lui oppure di lei nell’accudimento dei figli qualora decidessimo di vivere tutti insieme. Forse i pregiudizi che viviamo nella società di oggi, in relazione alle famiglie allargate, è dato proprio dalla superficialità con cui si vuole inserire all’interno della famiglia già  esistente un nuovo membro, senza conoscere e senza aver stabilito progetti comuni.  Infatti, ciò che rende sicuro e stabile un rapporto sono i progetti e gli intenti di una vita in  comune, includendo anche i figli nati precedentemente, fornendo ai figli un’immagine di stabilità e certezza .

La convivenza

La convivenza verrà in automatico qualora si riesca ad istaurare prima un rapporto con il figlio/a della propria compagna/o questo perchè si creerà una sorta di normalità tale per cui il bambino non avrà problemi a far entrare nel nucleo famigliare, composto in precedenza solo da lui e il genitore con la quale vive, anche il nuovo membro.

L’importante è la definizione chiara e precisa:

  • dei ruoli di tutti i componenti;
  • il rispetto reciproco;
  • spazi idonei per ogni componente.

Proprio per continuare a parlare di rispetto reciproco un altro punto molto interessante potrebbe essere cercare di trovare una casa con tutti gli spazi idonei per ogni componente. Ciò perché se una coppia decide di andare a vivere insieme ed entrambi hanno avuto figli da precedenti relazioni, dovranno calcolare che uno dei due genitori avrà i figli a vivere con sé e l’altro invece li avrà a giorni alterni. A volte capiterà che saranno anche tutti insieme quindi, la casa dovrà rispettare l’ esigenze di tutti e non obbligarli a stare tutti insieme quando la confidenza ancora non c’è!  La convivenza tra i figli del compagno e quelli della propria compagna possono risultare un po’ burrascosi perché molte volte gli spazi non sono adeguati, l’età molte volte comporta un’ ostacolo, creando anche piccole gelosie. Questo accade  spesso verso i figli della nuova compagna del papà, ma perché questo? Semplice, di norma i figli rimangono a vivere con la madre, quindi questo significa che rimangono a casa loro dove sono nati e sempre cresciuti, ma nel momento in cui devono passare i giorni con il papà si trovano a dover dividere gli spazi con altri figli ( se ce ne sono)  e anche questo porta gelosie.  Molte volte si è gelosi di chi vive con i nostri figli, questo non significa necessariamente un problema, ma lo diventa se non si è in grado di dare a quel sentimento una giusta collocazione perché è importante far sentire la nostra presenza ai figli ma non trasferirgli le nostre ansie o insicurezze.  Quello che è certo,  è il fatto che la genitorialità non cessa con la fine del matrimonio o della coppia, ma continua ad esistere quindi è più che normale e doveroso che i figli continueranno a far parte della vita di un genitore e anche  dell’altro.  Il buon senso ci permette di capire quando è il caso di una relazione “stabile e seria” oppure occasionale, quindi rispettoso verso i figli non frequentare il nuovo partner tutti insieme. L’unica cosa che i rispettivi genitori possono fare è accertarsi che, una volta divenuto un rapporto stabile, il nuovo partner si comporti bene e sia una persona corretta nei confronti dei nostri figli.

I sentimenti fra i componenti

I sentimenti fra i componenti sono l’aspetto più vulnerabile, se vogliamo chiamarlo così, di ciò che può vivere una famiglia allargata. Questo perché ci sono in gioco fattori diversi, come ad esempio rancori, figli che crescono, sappiamo tutti quando sia difficile l’età adolescenziale. Seppur la separazione avviene il più pacificamente possibile per un bambino è come elaborare un lutto e il sentimento di voler tutti e due i genitori insieme è molto forte. Più si è riusciti a creare un buon rapporto con il ragazzino più si riuscirà ad aiutarlo nell’interiorizzare i sentimenti, sia positivi che negativi, sia riguardo al genitore con la quale si vive, sia nei confronti dell’altro genitore infine  con il nuovo membro. Quando ci si trova in età adolescenziale il passaggio è un po’ critico in quanto, di per sé è già una fase particolare, i sentimenti altalenanti possono creare dissapori tra gli adulti, anche qui l’importanza della comunicazione, del rispetto e dei ruoli ben definiti e collaborativi tra gli adulti coinvolti giocano un ruolo fondamentale.  Se la figura del nuovo compagno o compagna vengono accettati dall’ex compagno in modo positivo ciò non può  far altro che apportare un valore aggiunto alla vita relazionale del bambino. Questo perché attraverso l’interiorizzazione dei comportamenti  degli adulti  che il bambino ha a disposizione la possibilità  di sviluppare tutta una serie di capacità tali per cui riuscirà meglio ad affrontare la realtà che lo circonda; diventando il nuovo compagno una nuova figura, a cui potrà affezionarsi in modo tranquillo . Qualora, invece l’ex compagno non accetti la nuova relazione molto spesso, anche involontariamente, si innescano meccanismi tali per cui il bambino percepisce una sorta di “ricatto emotivo” in  cui può indurlo a sentirsi in colpa se si sta affezionando alla nuova figura adulta. Questo sentimento è molto pericoloso in quanto crea nel bambino stesso una sorta di “conflitto con se stesso”, perché mentre il genitore avrà il timore che il nuovo componente gli sottragga l’affetto del figlio,  avrà comportamenti mirati a far vacillare la credibilità del nuovo membro, il bambino si sentirà confuso e non sarà in grado di gestire questa confusione. L’importanza qui, è l’atteggiamento positivo dei genitori, cioè  l’essere consapevoli che il ruolo di genitore non cambia anche se non si è più una coppia, e che la nuova figura può rappresentare qualcosa di positivo per il bambino, in termini di ” interazioni nelle relazioni sociali” avendo un modello di adulto differente dai genitori e dai nonni alla quale può chiedere consigli senza sentirsi in soggezione.

Come comportarsi in una famiglia allargata

Prima di tutto, serve buon senso tra gli adulti, perché sta a noi gestire ansie, preoccupazioni di vario genere e natura.  Imparare a capire quando è il momento giusto per presentare a nostro figlio/a il nuovo compagno/a facendo in modo di essere il più sinceri possibili, e man mano che il rapporto tra gli adulti cresce dare anche al nuovo membro un ruolo ben preciso così che tutti sappiano quale sia il loro ruolo all’interno della nuova famiglia. La comunicazione tra adulti e bambini è fondamentale per creare fiducia ma anche la comunicazione tra adulti è altrettanto fondamentale perché se i genitori separati non trovano un loro equilibrio comunicativo, i figli lo risentono immediatamente e sorgeranno problemi a livello comunicativo-relazionale per quest’ultimi.
Un altro aspetto molto importante è dato dall’interesse reciproco dei nuovi partner verso i reciproci “figliastri”, questo permette ai bambini di non avere due famiglie ma di avere un’unica famiglia, certamente diversa, ma ugualmente famiglia. Se si mostra interesse anche per i figli della propria compagna o compagno si darà stabilità, sicurezza e affidabili, tutte cose di cui hanno bisogno i bambini. Per i figli il ruolo di educatore rimane quello dei genitori, ecco perché non si esaurisce il ruolo di genitore al momento della separazione, semplicemente si modificano i tempi di esecuzione.  Ci sono molte letture che ci danno validi consigli per vivere serenamente in una famiglia allargata ma l’importante è:

  • vivere un rapporto sereno e trasparente con l’altro genitore, evitando cosi numerosi complicazioni con i figli;
  • i genitori anche se non sono più insieme continuano ad essere un punto di riferimento per i loro figli, quindi ogni loro atteggiamento si rivedrà nei figli;
  • la fiducia è alla base di tutte le relazioni sociali, saranno gli adulti che si dovranno adattare alle dinamiche già esistenti tra genitore e figlio; non imporre nulla al bambino, sarà lui stesso che quando sarà pronto deciderà che ruolo dare al nuovo partner in base ai suoi sentimenti e a ciò che si sente.

Per concludere, vorrei precisare che non esiste la formula perfetta ma semplicemente nelle famiglie “ricostruite” bisogna cercare di far in modo che nessuno dei componenti si senta escluso, dove regna il rispetto reciproco , una buona comunicazione e saper il ruolo preciso che ogni “giocatore” deve affrontare così che non si ci possa lamentare, creando inutili dissapori, che sappiamo non portare nulla di costruttivo.

 

 

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