Progetto LeROSA: Gender Gap zero per Francesca Fughelli

Progetto LeROSA Gender gap zero per Francesca Fughelli

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. 17 sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile che l’Assemblea Generale delle nazioni Unite ha fissato e che sono da raggiungere entro il 2030, se vogliamo salvare il nostro pianeta e i suoi abitanti.

Il quinto obiettivo è il raggiungimento della parità di genere come condizione necessaria per costruire un mondo prospero, sostenibile e pacifico.

In ogni parte del mondo donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze.

In Africa subsahariana, in Oceania e in Asia occidentale le bambine incontrano ostacoli nell’accesso alla scuola primaria e secondaria e in un terzo dei paesi in via di sviluppo alle bambine l’istruzione viene preclusa.

In Nordafrica, le donne detengono meno di un quinto dei posti di lavoro retribuiti in settori non agricoli.

Solo in 46 paesi le donne detengono oltre il 30% di seggi nei parlamenti nazionali in almeno una Camera.

Per tendere al Gender Gap Zero l’ONU ha fissato alcuni traguardi che riguardano:

  • tutela della salute e l’accesso alle cure mediche
  • parità di accesso all’istruzione
  • parità di accesso a un lavoro dignitoso
  • stesse opportunità degli uomini nell’ambito della rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici.

Cos’è il progetto LeROSA per Francesca Fughelli

LeROSA è un progetto ideato da Giulia Bezzi e ha come pay-off “ascoltare, collaborare e sorridere”. Gli obiettivi che si pone sono ascoltare i bisogni delle donne, collaborare con tutti coloro che vogliono impegnarsi a realizzare le iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti.

Quando ne ho sentito parlare, sono rimasta un po’ sulle mie. Pur condividendone i valori e gli obiettivi, vuoi per l’età anagrafica vuoi per le esperienze pregresse, ho preferito passare un po’ di tempo a osservare le dinamiche del gruppo senza prendervi parte. Poi ho deciso di partecipare a Blog In Rete, una delle iniziative proposte nel corso di quest’anno, e sono davvero felice di essere uscita dalla mia comfort zone ed essermi messa in gioco.

Il merito va soprattutto a Giulia, a cui riconosco doti di leadership non comuni, ma anche alle sue collaboratrici, determinate a coinvolgere le partecipanti in modo stimolante e a governare il gruppo con regole precise.

LeROSA è, infatti, un progetto di comunità, in cui le donne sono chiamate a lavorare per se stesse e per le altre donne in modo cooperativo, superando rivalità, invidie e gelosie.

Per alcune è un punto di partenza, che consente di mettere a fuoco talenti e aspirazioni, trovare ispirazione nelle esperienze delle altre, farsi conoscere dal network e farsi rassicurare, perché no, nei momenti di difficoltà.

Per altre è un punto di ripartenza, che permette di rimettersi in gioco dopo la perdita del lavoro o la necessità di cambiare vita.

Per tutte noi è uno spazio easy dove possiamo scambiarci idee, suggerimenti, pareri in modo sereno e pacato, senza invidiare chi ne sa più di noi su un determinato argomento, senza smanie di protagonismo perché ognuna ha spazio e visibilità, senza rivalità perché la cooperazione e la messa a sistema dei risultati sono i pilastri che reggono ogni progetto.

Come LeROSA vogliono contribuire al Gender gap zero

LeROSA condividono l’obiettivo dell’ONU di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. In particolare stanno lavorando per:

  1. promuovere l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
  2. adottare delle misure per promuovere la parità di genere

Sì, ma cosa fanno in concreto LeROSA?

In primo luogo, favoriscono il percorso di crescita personale di tutte le partecipanti.

Se vogliamo colmare il gender gap, dobbiamo partire da noi e lavorare su noi stesse significa:

  • avere consapevolezza dei nostri punti di forza,
  • mettere da parte sentimenti negativi e atteggiamenti penalizzanti (come la paura di non essere all’altezza, di essere giudicate, il pudore eccessivo nell’esporsi),
  • imparare a chiedere senza timore quello che ci spetta.

Per acquisire consapevolezza e coraggio occorre, ovviamente, intraprendere un percorso di crescita professionale tarato sulle esigenze del mercato del lavoro. E’ qui che scendono in campo la tecnologia, l’uso di Internet e dei social network. Alcune professioniste che operano in vari settori del mondo del lavoro mettono a disposizione la loro esperienza per aiutare le partecipanti a riprendere in mano lo studio, ad aggiornare le competenze e a essere pronte per essere inserite o re-inserite nel mondo del lavoro.

L’obiettivo ultimo de LeROSA è far sì che tutte le partecipanti possano intraprendere nel minor tempo possibile il proprio percorso di crescita economica, perché non c’è dubbio che l’emancipazione femminile passa

  • dal diritto all’istruzione,
  • dalla garanzia di cure mediche e della salute (anche sessuale e riproduttiva)
  • e da un lavoro dignitoso, che permetta di essere autonome dal punto di vista economico.

Lato femminile e lato maschile, cosa ne pensi?

Raggiungere l’uguaglianza di genere significa secondo me smettere di ragionare in termini di maschio/femmina. Solo quando riusciremo a pensare agli uomini e alle donne come persone potremmo dire davvero di aver raggiunto il gender gap zero.

Vi dirò di più

Sogno un mondo in cui non nessuno di noi debba essere definito prima di tutto in base a un’etichetta!

Francesca Fughelli

Basta parlare di uomini, donne, lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuati, pansessuali e kinky!

Avete notato che non si fa in tempo a imparare un acronimo che ne è già stato coniato un altro? Tempo fa tutti usavamo il termine LGBT, convinti di rappresentare tutti i generi. Poi ci siamo accorti che sarebbe stato più corretto parlare di LGBTQIA. Ora, se vogliamo essere davvero inclusivi, dobbiamo esprimerci con il termine LGBTQIAPK.

Queste distinzioni, secondo me, non fanno altro che alzare dei muri e creare delle divisioni. Non siamo LGBTQIAPK, siamo persone!

Per lavoro mi sto occupando, insieme a un team di professioniste e professionisti, della scrittura delle linee guida sul linguaggio di genere per conto di un grande ente pubblico.

Le attività sono ancora in divenire, ma abbiamo fissato alcuni punti che, secondo noi, sono inderogabili. Il più importante è quello di superare l’esigenza di “dare visibilità al genere” (intendendo come tale il genere femminile, ovviamente) e di trovare un nuovo linguaggio inclusivo che prescinda dal genere.

Ci riusciremo? Non lo so, ma ci stiamo provando tutti insieme, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale di chi siede attorno a quel tavolo.

Vi abbraccio tutti, anzi: tutt*

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love srl e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.