Progetto LeROSA: Gender Gap Zero per Giusy Locati

gender gap zero

Gender Gap Zero anche per LeROSA, progetto ideato da Giulia Bezzi, ha come obiettivi ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. Ma in che modo?

Il World Economic Forum ha realizzato il Global Gender Gap Report dal quale si evince per raggiungere un gender gap zero ci vorranno almeno 100 anni.

12 anni gli anni per raggiungere la parità di genere nell’istruzione e 95 per appiattire la differenza nella politica. L’ambito lavorativo è quello che più complesso. Siamo ben lontani dall’articolo 37 della costituzione italiana “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”.

Esiste l’indice di di Gender gap una misura composta da più variabili:

  • presenza nell’attività economica, data dalla differenza tra il tasso di occupazione femminile e quello maschile, il differenziale nella remunerazione e il divario nelle opportunità di carriera;
  • accesso all’istruzione, che evidenzia il tasso di alfabetizzazione femminile e maschile della popolazione;
  • salute e sopravvivenza;
  • partecipazione politica.

E al momento le variabili ci illustrano dati che mettono in evidenza che il Goal 5 di Agenda 2030 è in ritardo. Un ritardo allarmante.

LeROSA, progetto di SeoSpirito, Società Benefit, che ha come mission quella di contribuire al benessere femminile sintetizza il proprio punto di vista nelle parole della fondatrice, Giulia Bezzi: «Quando cominceremo davvero a pensare che la diversità di genere non è un problema ma un’opportunità allora avremo fatto davvero un passo avanti dobbiamo uscire dalla logica della lamentela per chiederci davvero che cosa possiamo fare partendo dal presupposto che siamo persone prima ancora che uomini e donne».

Cos’è il progetto LeROSA per Giusy Locati

Condivido pienamente le parole di Giulia Bezzi perché vivo e lavoro in un ambiente di donne che vivo come “persone” prima di tutto, con i loro numerosissimi pregi e qualche piccolo difetto. Nel progetto leRosa ci sono entrata per caso. Con diffidenza. Ho un’età e di progetti simili in Veneto ne ho visti altri. Perlopiù finiti male. Perché invidie, cattiverie, ambizione, hanno preso il sopravvento.

Così, sinceramente, mi sono detta: “ecco l’ennesimo gruppo, chissà quanto durerà”. Mi sono dovuta ricredere. La leadership è determinante e Giulia sa guidare il gruppo con regole ben precise.

LeROSA è tante cose. È:

  • un punto di partenza per chi avvia una propria attività e ha bisogno di sostegno, aiuto, anche di farsi conoscere;
  • un punto di ri-partenza per chi ha voluto/dovuto fare delle scelte, cambiare le carte in tavola, rivedere la propria vita. Qui il sostengo è davvero alto perché hai modo di confrontarti con chi ci sta provando e ci sta riuscendo e la carica emotiva è immensa;
  • una fucina di idee e proposte che mai avresti pensato;
  • la grinta che tutte le mattina ti fa andare avanti perché sai che gli sforzi, le difficoltà, non le incontri solo tu e che tutte insieme possiamo farcela.

Mi piace questo progetto e, per quello che posso, ci metto del mio raccontando quello che accade, condividendo, aiutando qualche collega. Che cosa mi porto a casa? Sicuramente la consapevolezza di non essere sola a combattere ogni giorno e che qualche sorriso in più non guasta.

Come LeROSA vogliono contribuire al Gender gap zero

Le Rosa puntano sulla collaborazione valoriale. Una collaborazione che va oltre i buoni principi, le belle parole, le promesse che chissà se verranno mantenute. Verso, appunto, il Gender Gap Zero. Ti stimola ad andare oltre i limiti generando con le nostre azioni un concreto cambiamento. Finchè ci fermiamo a piangerci addosso, finche ci lamentiamo dell’ “ora e adesso” senza metterci le mani, finché subiamo credenze ed autolimitazioni non andremo molto lontano. La politica di accettare o peggio di attaccare il gender gap incolpando gli uomini non aiuta nessuno.

In che modo dunque si può arrivare al gender gap zero?

  • con la consapevolezza della situazione che viviamo e di come possiamo migliorarla;
  • attraverso la conoscenza perché se non sai come si fa non puoi fare nulla;
  • grazie alla preparazione, lo studio, un percorso di crescita personale che non ti metta mai dietro a nessuno;
  • e puntando un po’ più sull’autostima per andare oltre i propri finti confini e uscire dalla cosiddetta confort zone.

Un elenco che non si ferma qui perchè nel progetto leROSA si concretizza ogni giorno, soprattutto grazie al supporto dei social, e a professioniste preparate dalla grande sensibilità che mettono a disposizione il proprio sapere per aiutare ogni donna ad abbattere le convinzioni autolimitanti e a tirare fuori nuove potenziali risorse.

Solo così non avremo più maschi vs femmine e disuguaglianze. Avremo PERSONE. Ognuna con le proprie capacità e potenzialita.

Lato femminile e lato maschile, cosa ne pensi?

Vorrei sapere che cosa ne pensi tu che leggi. Perché io davvero non riesco a vedere tutta questa rigida suddivisione tra le due parti. Che poi due parti non sono più da un pezzo, vista la lunga lista di generi riconosciuta. Sarà che nella vita e nel lavoro ho incontrato uomini e donne molto bravi, preparati e orientati all’obiettivo e uomini e donne con poca voglia di fare, piagnucolosi, demotivati.

Non vedo un “lato femminile” o un “lato maschile” al di là dei soliti stereotipi. Ho conosciuto donne coraggiosissime e uomini imdifesi, ho visto maschi piangere e femmine prive della minima sensibilità verso gli altri.

Faccio tuttavia parte si quella generazione che ha cresciuto le bimbe con il cicciobello, il magico forno e la finta aspirapolvere, così per allenarci in anticipo, e che ha visto le proprie nonne e mamme sostenere involontariamente il gender gap accettando di mettersi eternamente da parte, perché “è l’uomo che decide”.  Persino a scuola la maestra ci divideva in due gruppi e non ho mai capito perché il rotolarsi nel fango nella pausa dovesse essere prerogativa solo dei maschi.

Cresciuta, sono sempre più convinta che se tutti, proprio tutti ci considerassimo semplicemente esseri umani non avremmo nemmeno la necessità di categorizzare e creare acronimi , quali LGBT che a mio parere rimarcano ancora di più le differenze.  Quindi anche per me le persone sono persone e basta.  E parto quotidianamente da questa considerazione.

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love srl e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.