Progetto LeROSA: Gender Gap zero

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È facile sottoscrivere il progetto LeROSA che si prefigge di azzerare il gender gap se sei una donna. A maggior ragione se sei una donna matura, perché hai ben chiaro cosa vuol dire gender gap. Averlo provato sulla propria pelle in molte situazioni, soprattutto lavorative, rende molto sensibili all’argomento. 

Il progetto LeROSA è l’occasione giusta per dimostrare che anche le donne hanno capacità e competenze di valore da utilizzare non solo in famiglia, ma nell’attività lavorativa.

Dare valore alle capacità femminili non vuole assolutamente creare una guerra di genere, ma ci aiuta a recuperare il terreno perso e ad abbattere certi pregiudizi ancora duri a morire.

In tutti i campi, se sei una donna devi lavorare il doppio di un uomo per arrivare allo stesso livello lavorativo.

Il progetto LeROSA promuove le attività delle singole, ma crea anche delle sinergie che stimolano in modo migliorativo l’attività del singolo.

Il successo del singolo diventa successo del gruppo e grande crescita del territorio dove queste attività si sviluppano e crescono.

Non stimolare i sogni, la pianificazione di progetti, l’incontro di attività diverse che possono trarre vantaggio dal confronto e dalla collaborazione da parte del territorio sarebbe una grande perdita di opportunità. 

Se un’attività funziona, tutto quello che le ruota intorno trarrà beneficio da questa e, a sua volta, genererà beneficio per l’altra.

Questa è la grande intuizione di Giulia Bezzi, CEO di SeoSpirito ed esperta SEO, che ha creato il progetto, non senza abnegazione e sacrificio, ma che sicuramente vincerà la sua scommessa.

Le donne che compongono il gruppo de LeROSA sono donne lavoratrici, casalinghe, madri, mogli, single con vissuti diversi e con obiettivi diversi, ma con un’idea che rispecchia la volontà di tutte: collaborare.

Le sinergie che nascono da questa collaborazione, le idee che stimolano idee, la serenità nell’esporle e la consapevolezza di essere sempre supportate e a loro volta supportare rende il progetto grandioso e unico.

Cos’è il progetto LeROSA per Rita Palazzi

Per me il progetto LeROSA è famiglia, è casa, è solidarietà, è armonia, è serenità, è impegno.

Quando la tutor di Blog in Rete, Fabiana Palù, ci ha invitato a disegnare la vision del nostro blog, io ho disegnato delle donne di ogni età, taglia, razza che si tengono per mano.

Il disegno della vision del mio blog è quello che succede ne LeROSA

Prendersi per mano vuol dire impedire all’altra di cadere, vuol dire trasmettere energia attraverso quelle mani strette, questo è quello che mi prefiggo con il mio blog.

Questo è quello che sono LeROSA.

La solidarietà, la voglia di conoscere non solo superficialmente, il rispetto per ogni punto di vista diverso dal nostro, il modo gentile di esprimersi l’una con l’altra è una cosa che non è facile trovare esternamente dal gruppo.

Noi siamo le donne che non si accontentano di subire la vita, noi siamo quelle che la vita la vogliono vivere intensamente, a prescindere dal lavoro e dal carattere di ognuna di noi.

E di questo abbiamo avuto la riprova al primo evento de LeROSA a Bologna il 2 Febbraio scorso. Donne di tutte le età, non solo giovanissime, motivate a creare, cambiare o migliorare il proprio business. 

Attraverso gli occhi delle altre e i loro punti di vista sono nati stimoli e idee per rafforzare le nostre attività o metterle in discussione per migliorarle. 

Come LeROSA vogliono contribuire al Gender gap zero

LeROSA vogliono contribuire al gender gap zero portando avanti i propri progetti con il sostegno delle altre: donne che supportano le donne.

Che non è una cosa difficile da fare, vi ricordate il post La collaborazione tra donne?

Parlavamo della sindrome dell’ape regina, quando una donna non supporta e sostiene le altre donne. 

Più di uno studio dimostra che in ambienti sessisti le donne si comportano da ape regina perché vogliono emulare gli uomini, ogni atteggiamento diverso sarebbe percepito come debolezza, quindi un atteggiamento non consono a un capo.

Questo non succede negli ambienti sani, privi di pregiudizi, dove le donne a capo dell’azienda sono di sostegno e incoraggiamento nei confronti delle altre donne.

Ne LeROSA ognuna ha le proprie competenze che porta avanti avvalendosi dell’aiuto e dell’appoggio di tutte le altre.

Inoltre, il progetto stimola l’incontro tra le donne che vivono nelle stesse città o in quelle limitrofe, perché già l’incontro in sé è un grosso stimolo a credere nel proprio successo.

Molto spesso questi incontri online e offline incentivano e creano sinergie e progetti nuovi e vincenti.

Il progetto LeRosa è creato dalle donne per le donne, ma senza nessuna discriminazione per il genere maschile, che riteniamo parte integrante e importante per la collettività. 

Lato femminile e lato maschile, cosa ne pensi?

Credo di avere un lato maschile molto sviluppato. Fin da bambina ho avuto doti di condottiero, quasi sempre riferite al genere maschile, indomita e tenace, sempre pronta a difendere gli altri.

Non ritengo gli uomini in generale dei rivali, anzi sono innamorata del genere umano: maschile e femminile.

Ci sono però degli stereotipi che sono veramente duri a morire. 

Il luogo comune che una donna non ha le stesse capacità di un uomo nella gestione di un’attività lavorativa e non può essere a capo di una grande azienda è quello che trovo più falso.

Abbiamo delle caratteristiche diverse e reagiamo agli eventi esterni in modo diverso, siano questi discussioni di lavoro, critiche o progetti da portare avanti.

Questo non vuol dire che uno è migliore dell’altro, è semplicemente un modo diverso di affrontare certe situazioni.

Queste differenze, nel mondo del lavoro, ci aiutano a capire meglio l’altro sesso e a stimolare la ricerca del modo migliore per portare avanti la professione. 

Mi ricordo che quando ero adolescente avevo l’amica del cuore, alla quale raccontavo tutto e della quale ricevevo le confidenze, ma anche un amico del cuore.

Mi piaceva molto parlare con lui degli aspetti sentimentali ed emotivi delle relazioni con l’altro sesso, perché il suo punto di vista rispetto alla stessa situazione era diverso dal mio. Questo mi dava modo di riflettere e di farmi vedere l’altro lato della stessa medaglia.

Sarebbe molto triste un mondo senza uomini, così come lo è il mondo con uomini prevaricatori. 

Il mondo che vogliamo noi è quello dell’inclusività e dell’uguaglianza, rispettando l’unicità del singolo.