La bruttina stagionata: recensione

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La bruttina stagionata, film scelto per la recensione, è una commedia girata nel 1996, tratta dal romanzo di Carmen Covito, autrice campana.

La regista Anna Di Francisca cura anche la sceneggiatura e riceve la nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’argento come miglior regista esordiente. Il film ottiene la Menzione speciale al Prix Europa a Berlino, il Premio Leone Magno per la regia e per l’attrice protagonista. Il film prende spunto solo in parte dall’opera della Covito: acquista più leggerezza e umorismo, grazie anche agli attori, sia protagonisti che comprimari. Pur non avendo metri di paragone con il libro, è difficile che si possa trarre un buon film da un romanzo non altrettanto buono.

L’opera è stata premiata più volte, a riprova del fatto che La bruttina stagionata coinvolge il lettore e lo emoziona. La storia ha diversi spunti interessanti e riceve il Premio Rapallo-Carige Bancarella Opera Prima nel 1992, e il Premio Bancarella l’anno successivo. A conferma del successo del romanzo, verranno poi tratti un monologo (interpretato da Gabriella Franchini per la regia di Franca Valeri) e appunto il film omonimo. Il libro è stato tradotto in molte lingue: francese, spagnolo, tedesco, olandese, rumeno e greco.

Trama de La bruttina stagionata

Marilina Labruna è una donna sui quarant’anni, dall’aspetto piuttosto dimesso, che vive da sola a Padova. Per mantenersi, scrive tesi di laurea su commissione e vive da sola. Scontenta della sua vita, è assillata da una madre molto vivace e civettuola (la bravissima Milena Vukotic) e messa a disagio da un’amica d’infanzia, Olimpia. Una sera, durante uno spettacolo di striptease maschile, a cui l’aveva portata l’amica, scopre il sexy-shop annesso e fa amicizia con Jan, il gestore del negozio.

Incuriosita e intrigata da un mondo che le era estraneo, pur se accennato “tra le righe” continuamente, inizia a frequentare il locale. Un giorno decide di incontrare degli uomini che cercano compagnia presentandosi in video: conosce così Berto, un ragazzo più giovane di lei che fa il gigolò. Questo incontro dà il via a una serie di conoscenze e a Marilina l’opportunità per fare delle esperienze erotiche. La donna scopre un potere seduttivo del tutto nuovo che la porta a essere sempre più sicura di sé. Un suo studente, Nicky, si innamora di lei e le chiede di sposarlo ma la donna preferisce non impegnarsi e lo respinge. Marilina impara così a emanciparsi su più fronti, a farsi rispettare dall’amica e a farsi valere con la madre. Il film termina con una bellissima scena in cui Marilina si diverte a imitare Marilyn Monroe nella famosa scena della metropolitana nel film “Quando la moglie è in vacanza”.

La regista del film La bruttina stagionata

Anna Di Francisca è la regista de La bruttina stagionata, di cui è anche sceneggiatrice. Nata e cresciuta a Milano, si è laureata in Lettere – indirizzo in DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) e in Regia al corso CEE della Regione Lombardia. Si trasferisce a Roma per avvicinarsi alle produzioni cinematografiche e, dopo aver diretto dei cast per la televisione, diventa aiuto regista di Giuseppe Bertolucci e Gianni Amelio. Appena trentenne, cura la regia e la sceneggiatura per dei documentari per la Rai e gira gli episodi della serie Casa nostra, finalista al Prix Europa a Berlino.

Arriviamo al 1996, anno in cui dirige il suo primo lungometraggio, La bruttina stagionata, applaudito e nominato per diversi premi. Due anni dopo, la Rai le affida la regia per la prima serie di Un medico in famiglia e la miniserie Le ragioni del cuore. Nello stesso periodo, dirige lo spettacolo Le confidenze del pene, monologhi recitati da diversi attori di commedia, tra cui Neri Marcorè. Torna al cinema per dirigere il film Due uomini, quattro donne e una mucca depressa, coproduzione italo-spagnola dal cast sia italiano che spagnolo. Questo film è stato girato nel 2017 ed è l’ultimo film diretto dalla regista.

Attori del film La bruttina stagionata

Se ripenso agli attori de La bruttina stagionata, non saprei dire quale interpretazione mi fosse piaciuta di più. Sia i protagonisti che i comprimari hanno una formazione teatrale e danno spessore ai personaggi interpretati. Carla Signoris è un’attrice e una comica e nel film interpreta Marilina, la protagonista. Ha fatto parte del gruppo comico Broncoviz, dove ha conosciuto suo marito, il conduttore televisivo Maurizio Crozza. Edi Angelillo è un’attrice teatrale e cinematografica e interpreta Olimpia. Per il film che recensiamo, è stata candidata al David di Donatello per la miglior attrice non protagonista.

Fabrizio Gifuni è un attore e regista di teatro; nel film interpreta lo studente Nicky che vuole sposare Marilina. Gifuni ha vinto il David di Donatello per il migliore attore non protagonista per il film “Il capitale umano”. Milena Vukotic è un’attrice di teatro e cinema e interpreta la mamma di Marilina. Candidata più volte ai David di Donatello e vincitrice di un Nastro d’argento, è famosa per il ruolo di Pina, la moglie del ragioniere Ugo Fantozzi, la famosa serie cinematografica con interprete Paolo Villaggio. Isabella Biagini è stata un’attrice di cinema, imitatrice e showgirl; nel film è la madre di Olimpia e proprietaria del centro estetico dove si ritrovano le amiche a spettegolare.

La nostra recensione

La bruttina stagionata è un film che parla di risvegli: risveglio della consapevolezza come donna, figlia, amante. Il “percorso” che fa la protagonista può essere visto come il percorso di qualsiasi persona che si muove nel mondo con scarsa considerazione di sé, indipendentemente dal genere. Le difficoltà di interazione con gli altri e di espressione di sé tocca tutte le persone, sia donne che uomini. Il rapporto con la madre e con l’amica, entrambe dedite a una cura estetica un po’ maniacale e a frivole considerazioni sugli altri, non l’aiuta affatto.

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Il confronto con la parte maschile, rappresentata prima da Jan e poi da Berto, porta Marilina a una maggiore conoscenza anche del suo lato maschile. Il film, a differenza di altre pellicole cinematografiche, si discosta dall’opera letteraria, mantenendone però in parte la leggerezza e l’umorismo. Spesso l’umorismo è veicolo di comprensione delle esperienze, in modo meno traumatico. Certe fasi della vita sono critiche e utilizzare l’ironia per affrontarle le rende un po’ più lievi.

Il film ha diverse parti divertenti: i tentativi di approccio erotico/sentimentale dei personaggi, gli equivoci che portano a situazioni intriganti da cui si esce sempre con il sorriso. La bruttina stagionata è una commedia dai toni dolce amari, che tratta la scoperta e la giusta affermazione di sé senza retorica o moralismi. Affronta gli argomenti grevi nello stesso modo in cui si bisognerebbe affrontare la vita: con un pizzico di leggerezza.