Arte e cibo a basso impatto ambientale
Indice dei contenuti
In questo articolo vedremo come il connubio arte e cibo esista, ma anche quanto forte possa essere in certi contesti.
- Può il cibo essere arte?
- Che rapporto esiste tra arte e cibo?
- Possono essere arte e cibo, impiegati insieme come manifesto per la sostenibilità ambientale e per salvare il nostro pianeta?
Una buona parte di artisti inizia ad affrontare il tema dell’impatto ambientale utilizzando proprio il cibo.
L’arte d’altra parte rientra fra le necessità di un essere umano, è l’esigenza di esprimersi attraverso varie forme, è comunicazione e come tale è un elemento fondamentale di relazione.
Il cibo è un bisogno primario. Il connubio fra i due elementi nel corso degli anni ha portato a messaggi unici ed importanti, fortemente contestualizzati al periodo di riferimento
L’arte, dunque, non salverà il mondo, ma il suo connubio con il cibo potrebbe. Perchè se le recentissime opere d’arte hanno suscitato anche negli animi più indifferenti all’arte una qualche forma di reazione (la banana di Cattelan ad esempio), va detto che l’attenzione verso l’ambiente cresce e i concetti di km 0, stagionalità, riciclo sono sempre diffusi anche attraverso l’arte
Connubio tra arte e cibo
Il connubio tra arte e cibo esiste da sempre: a partire dalle scene di caccia rappresentate nei graffiti preistorici, nei mosaici pompeiani e bizantini, nelle opere più famose del Rinascimento, in quadri e sculture, il cibo ha spesso occupato un posto di rilievo.
Conosciute praticamente da tutti le opere di Giuseppe Arcimboldo, che nei suoi quadri utilizza frutta, verdura, pesci, volatili, per creare le forme antropomorfe più insolite. Tra il 1500 ed il 1700 è proprio alla presenza del cibo, più o meno abbondante, più o meno succulento che l’arte ha la possibilità di fare precisi richiami ai periodi di abbondanza e carestia.
Nel 1967 nasce la eat art. Come la pop art utilizza il cibo come simbolo del consumismo dilagante e della sovrapproduzione presente nei supermercati. Eccesso, prodotti dozzinali, poca attenzione alla trasformazione. Proprio in questo periodo che cominciano le prime forme di “denuncia” artistica delle scelte del presente, degli errori, degli inutili sprechi, di un consumismo che schiaccia e azzera ogni cosa
Progetto arte e cibo e alimentazione sostenibile
Grazie all’arte ha inizio così una prima forma di protesta e un monito affinché si facciano scelte giuste e sostenibili. E visto che abbiamo parlato poco fa di banane, l’opera di BJÖRN STEINAR,JOHANNA SEELEMANN (Islanda, Germania) illustra un progetto di ricerca in essere.
Sottolineando gli effetti legati alla mancanza di stagionalità e alla necessità di una costante reperibilità dei beni, rivisita il il concetto di “made in” attraverso una banana.
Ne ripercorre infatti il viaggio dall’Ecuador all’Islanda: 11.000 km in 21 giorni su una nave cargo passando in 33 mani diverse. Un’opera che ci fa riflettere sul concetto di alimentazione sostenibile. Un vero connubio arte e cibo.
La stessa arte arriva in tavola ricordandovi il valore del cibo. STUDIO H (Sudafrica) sa che ogni goccia conta. Impariamo a cucinare con i rubinetti chiusi e utilizzano l’acqua del mare.
Questo è il concept di S/Zout, progetto che lo studio di design guidato da Hanne-rie Visser ha iniziato nel 2017 partendo da una ricerca di Salt Farm Texel. Ed è stato portato a tavola con una serie di piatti realizzati con uova di ostrica, latte di cammello, anelli dolci di carota e materie prime coltivate con acqua salata.
Artisti che lavorano con il cibo: “oltre il piatto”
Resterà memorabile sin dall’inizio la mostra Bigger than the plate da maggio a Novembre, al Victoria & Albert Museum. Una mostra che già dai primi biglietti stampati (zucchero a velo edibile) è stata interamente rivolta alla sostenibilità. il perfetto connubio arte cibo. Evidente l’intenzione di andare oltre il piatto, per leggere a fondo il cibo e comprenderne le soluzioni offerte in risposta alle sfide del futuro. Sfide che riguardano:
- la disponibilità del cibo;
- le nostre abitudini di consumo;
- la catena produttiva e distributiva;
- l’impatto ambientale dei rifiuti;
- la logica delle filiere.
Quattro le aree e i corrispondenti temi che hanno accompagnato i visitatori:
- compost, con proposte artistiche stimolanti dedicate a proporre soluzioni al problema dello spreco alimentare;
- farming, dedicata alle strategie di produzione e al recupero delle aree inutilizzate;
- trading, per parlare di mercato, movimentazione del cibo ma anche di marketing e packaging non sempre onesti;
- eating, che ha coinvolto moltissimi chef famosi, con proposte culinarie artistiche che affrontano la dimensione culturale e sociale del tema.
Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love srl e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.