Progetto LeROSA: Gender Gap Zero per Veronica Curvietto

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Nato da un’idea di Giulia Bezzi, il progetto LeROSA ha tra gli obiettivi più nobili quello di contribuire al Gender Gap Zero.

Si parla di gender gap per definire il divario tra i due generi, maschile e femminile, per far luce sulle disuguaglianze di cui le donne sono oggetto.

Siamo diversi, certo, abbiamo maggiore e minore inclinazione per una cosa o per l’altra ma dobbiamo avere le stesse opportunità.

Siamo tutti uguali, con gli stessi diritti: il principale è quello di raggiungere la piena soddisfazione in campo sociale, professionale, personale.

Il terzo articolo della Costituzione della Repubblica Italiana lo spiega bene: “Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Se consideriamo però la situazione attuale, il divario tra donne e uomini esiste eccome: l’Italia è al 76esimo posto su 153 paesi.

Secondo il Global Gender Gap Report 2020, ci vorranno ancora un centinaio d’anni prima di veder raggiunta la parità tra i due sessi.

Cosa possiamo fare per assottigliarlo? Ci sono esempi da cui possiamo prendere spunto per contribuire al Gender Gap Zero?

Cos’è il progetto LeROSA per Veronica Curvietto?

Come scrivevo nell’introduzione a questo articolo, siamo sì diversi ma dobbiamo avere le stesse opportunità.

Considerato che abbiamo il diritto di espressione, abbiamo anche il diritto di richiederle.

Questa richiesta, fatta a gran voce, fa parte del “manifesto” del progetto LeROSA.

Ho conosciuto il gruppo de LeROSA qualche mese fa, in occasione dell’inizio di un percorso di blogging: il progetto Blog in Rete.

Ciò che mi ha colpito subito è stata la grande carica propulsiva della founder Giulia e della maggior parte delle donne che formano la community.

Certo, ognuna porta maggiore o minore presenza attiva nel partecipare a discussioni, scambi d’opinione, proposte di collaborazione.

La cosa che però mi ha stupito maggiormente, sia per l’intensità che per la sincronicità, è stato il propagarsi e l’autoalimentarsi di energie.

Parlo di energie da impiegare per ascoltare, collaborare, sorridere, tre attività che sono il leitmotiv e che sono diventate parte integrante della vita di ciascuna di noi.

Alcune sono più facilitate nell’ascoltare, ad esempio; altre presentano caratteristiche più marcate per il collaborare, dipende dal carattere ma anche dalle skills di ognuna, a parer mio.

Posso dire però che siamo tutte concordi e propense a sorridere.

Sorridere agli altri, sorridere in primis a noi stesse: questo può essere il carburante che ci vuole.

Se si sorride a se stessi (o a se stesse, in questo caso), vuol dire che ci si accoglie e si accettano le proprie sfaccettature, da quelle più luminose a quelle più buie.

Dopo il sorriso che accoglie, c’è l’ascolto che apre un dialogo costruttivo e arricchente. Il collaborare è la parte che segue, per dare l’opportunità a tutte di condividere il proprio essere e i propri talenti.

E si ritorna al sorriso che chiude il cerchio, il sorriso nel veder raggiunti gli obiettivi desiderati.

Come LeROSA vogliono contribuire al Gender gap zero

La community de LeROSA contribuisce al Gender gap zero ispirando e favorendo la collaborazione tra donne.

Il progetto LeROSA è stato fortemente voluto da Giulia per portare maggior benessere nella vita di ciascuna donna.

Tutto questo lo si raggiunge con azioni significative:

  • collaborazione tra donne
  • invito all’azione
  • ricerca dei talenti di ciascuna
  • ricerca della propria autonomia
  • aiuto per non far sentire le donne “vittime”
  • stimolo a esprimersi

Il tema del Gender gap è affrontato in modo differente e presenta molte cose positive.

Altri punti di forza sono:

  • ognuna può collaborare portando la propria unicità;
  • chi lo desidera (e si sente) mette a disposizione delle altre donne le proprie competenze e la propria capacità d’ascolto;
  • si creano collaborazioni che possono portare del benessere e degli “utili” a livello economico.

Una caratteristica molto bella del gruppo è la possibilità di trarre continui esempi dalle altre, e aiuto per superare blocchi e ostacoli.

Il gruppo attiva il cambiamento, stimola l’intraprendenza, porta anche a chiedere consiglio.

Se si considera la cosa in superficie, sembrerebbe un gruppo che non vuole o non lascia spazio alla componente maschile.

La community desidera integrare il lato maschile, ma vuole soprattutto dare possibilità alle donne di trovare l’indipendenza emotiva, economica e culturale.

L’uomo non è demonizzato, anzi: l’uomo viene accolto e reso partecipe alla discussione con la donna, al fine di creare qualcosa di bello insieme.

Lato femminile e lato maschile, cosa ne pensi?

Quando penso al maschile e femminile e alla sua unione, mi viene in mente il simbolo del Tao, detto anche del “yin e yang”.

Questo segno deriva dalle filosofie orientali e rappresenta il flusso delle cose e della vita, dove gli opposti di ogni elemento si incontrano e si contaminano.

Maschile e femminile sono contrari ma anche complementari: entrambi non sono possibili senza l’altro. Sia nel maschile che nel femminile c’è una parte dell’altro genere.

L’aspetto interessante è che si è più portati a pensare che per sentirci completi abbiamo bisogno dell’altra persona.

Noi lo siamo già, siamo formati per poter bastare a noi stessi.

Tutte le anime sono provviste di luce e ombra, calma e movimento, accoglienza e azione; ognuno di noi può far crescere entrambe le parti, questo è importante saperlo.

Da ragazzina, e poi in età più adulta, mi sono spesso chiesta perché dovessero esserci delle disuguaglianze, in diversi campi.

Certo, siamo diversi per quanto riguarda il sesso, l’etnia, la religione, le usanze culturali, ma è proprio questo che determina la bellezza del genere umano.

Ho sempre pensato che uomini e donne dovessero avere gli stessi diritti e gli stessi doveri.

La strada sarà ancora lunga ma “ogni lungo viaggio inizia con un primo passo”.

Foto di copertina: foto di Tim Mossholder su Unsplash