Come risparmiare con i pannelli solari

Impianto_solare

In questo articolo vorrei riuscire a mettere in evidenza, come risparmiare con i pannelli solare e l’importanza di questa scelta. L’installazione di un impianto solare è un investimento,  come tale ha un costo iniziale ed un periodo di ammortamento per rientrare dai costi. Il resto è guadagno, o meglio: risparmio.

Ma quanto risparmio?  Questa è la domanda che molti si fanno appena sentono parlare dell’ impianto solare domestico, cioè quello che puoi mettere al servizio di casa, per ridurre le bollette elettriche, sempre più elevate.

La spesa energetica della bolletta, infatti, è sempre più carica di costi che  poco hanno a che fare con l’elettricità acquistata: oneri generali di sistema, costi di distribuzione e dispacciamento, tasse, accise, iva, addizionali, ecc..

Tutte queste voci di costo fanno lievitare il prezzo dell’elettricità acquistata in bolletta, ben al di sopra del valore economico della sola energia acquistata dalla rete elettrica: il prezzo dell’elettricità acquistata dal proprio fornitore è almeno il doppio del prezzo di mercato della sola energia per chilowattora (kwh).

Attualmente in Italia ci sono 3,4 milioni di famiglie che sono interessate proprio impianto solare, e 9 milioni di famiglie pronte a investire in soluzioni energetiche innovative. Una scelta che azzera gli sprechi e abbassa decisamente i costi.

I pannelli solari assicurano un risparmio dell’80 % sui costi per la produzione di acqua calda e del 60-70 % delle spese per il riscaldamento.

Il sistema modulare di pannelli fotovoltaici, installato sul tetto permette di soddisfare le esigenze energetiche di tutta la famiglia, dall’illuminazione alla produzione di acqua calda, dal riscaldamento dell’ambiente, all’uso degli elettrodomestici.

Installazione pannello fotovoltaico

Quando si parla di impianti fotovoltaici, sovente, nascono un paio di dubbi: ad esempio, se posso installarlo e dove. Prima di tutto bisogna rivolgersi ad un esperto: l’impianto solare è un impianto complesso, che può essere installato solo dopo l’intervento di un tecnico specializzato: nessuno può improvvisarsi installatore, né provare a fare i lavori da solo.

Gli impianti solari possono essere installati e utilizzati sia da grandi aziende sia da semplici cittadini che, in questo modo, diventano produttori di energia elettrica. Sono una delle migliori possibilità di essere autonomi attraverso piccoli impianti domestici che possono coprire gran parte dei consumi di una normale abitazione e famiglia. Così facendo si contribuisce realmente a ridurre l’inquinamento locale e globale, producendo energia elettrica pulita e rinnovabile e consumandola in loco senza aumentare l’energia in transito sulla rete elettrica nazionale.

La posizione migliore per installare un impianto fotovoltaico è il tetto di casa, perché in genere è ben esposto alla luce del sole, ovvio se lo spazio è sufficiente per un impianto solare domestico. La posizione geografica della casa incide sulla produzione annuale, ma l’Italia rimane uno dei paesi europei con il più alto potenziale di produzione elettrica da fotovoltaico.

Occorre verificare con attenzione l’assenza di ombre nell’impianto durante tutto l’arco della giornata, infatti queste potrebbero ridurre la produzione di energia. Le parti del tetto esposte al vento e alla circolazione naturale dell’aria consentono di migliorare le prestazioni di produzione dei moduli fotovoltaici.

Infatti le celle fotovoltaiche sono sensibili al calore intenso, più esse si riscaldano, minore sarà l’energia che riescono a produrre. Le latitudini italiane permettono di avere molti mesi dell’anno, da marzo a settembre, in cui le ore di luce consentono un livello di produzione tale da coprire i fabbisogni medi di energia di una normale abitazione con fornitura elettrica da 3 kW. In ogni caso chiedi consiglio al progettista: ti garantirà la posizione migliore per l’installazione dell’impianto sul tetto.

Per poter generare energia elettrica dal sole bastano queste semplici condizioni e apparecchiature:

  • luce solare (diretta, indiretta, riflessa);
  • pannelli solari con celle fotovoltaiche;
  • un inverter DC/AC;
  • una connessione elettrica (rete elettrica locale o batterie).

Per la connessione di un impianto solare alla propria abitazione e alla rete, è necessario l’ausilio di un progettista qualificato che prepari un progetto  e che sia calibrato per la posizione dell’impianto solare e calibrato per le specifiche esigenze di consumo della casa. Un passaggio importante è la richiesta di connessione elettrica per la produzione di energia da inoltrare all’azienda locale che ha in carico la distribuzione di energia elettrica.

Dopo le verifiche di routine provvederà ad aggiornare il contatore dell’abitazione con uno apposito, detto bidirezionale. Quest’ultimo riesce a misurare quanta energia preleviamo dalla rete e quanta di quella prodotta non viene consumata dalla casa e viene immessa nella rete elettrica locale.

Agevolazioni fiscali

Al momento possiamo avvalerci di:

  •  Eco bonus  previste agevolazioni fiscali, ottenibile sia tramite detrazione Irpef sia tramite cessione del credito, per l’installazione di un impianto fotovoltaico,con passaggio di due classi energetiche. L’agevolazione consiste in una detrazione IRPEF, concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Le detrazioni, da ripartire in dieci rate annuali di pari importo, normalmente variano dal 50% all’85%; dal 2020, grazie all’introduzione del Super-bonus, si può arrivare al 110% (Super Ecobonus o Ecobonus 110%) e avere la detrazione suddivisa nell’arco di cinque anni.
  • Il Bonus Fotovoltaico Si possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi nella percentuale del 50% le spese sostenute fino al 31/12/2021 per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa. La detrazione viene spalmata in 10 anni tramite dieci rate annuali di uguale importo.

Per la cessione di un credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni. Tornando al discorso del risparmio, facciamo un po di chiarezza: innanzitutto: il fotovoltaico, certo, fa risparmiare, non solo: fa guadagnare. Il fotovoltaico è un investimento e, come tale, ha un costo iniziale ed un periodo di ammortamento, per rientrare dai costi. Il resto è guadagno, o meglio: risparmio.

Le bollette  sono sempre più cariche di costi, che poco hanno a che fare con l’elettricità acquistata: oneri generali di sistema, costi di distribuzione e dispacciamento, tasse, accise, iva, addizionali, ecc.

Tutte queste voci di costo fanno lievitare il prezzo dell’elettricità acquistata in bolletta, ben al di sopra del valore economico della sola energia acquistata dalla rete elettrica: il prezzo dell’elettricità acquistata dal proprio fornitore è almeno il doppio del prezzo di mercato della sola energia per chilowattora (kwh).

Per questo motivo, non cambiando le proporzioni tra costi e benefici, investire nel fotovoltaico residenziale ha ancora la sua convenienza.
Torniamo sui nostri piccoli impianti domestici, la realizzazione di un impianto fotovoltaico in autoconsumo fa risparmiare sul lungo periodo. Certo il rendimento del solare è intermittente: è soggetto alla stagionalità della produzione ed alla ciclicità del giorno e della notte. Però nel complesso, sulle media annuale, i dati di produzione parlano chiaro. Il fotovoltaico produce:

  • in nord italia almeno 1.100 Kwh per kw l’anno
  • nel sud italia: fino a 1.500 Kwh per Kw l’anno

Ovviamente in inverno la produzione sarà molto bassa, in estate sarà abbondante ed in eccesso rispetto ai consumi. Quindi risparmiare con un impianto fotovoltaico è ancora possibile ? La risposta non è univoca ed è, come sempre, “dipende”.

Dipende da molti fattori: dall’esposizione dell’impianto, dai costi di realizzazione, da quanto viene valorizzata l’energia immessa in rete, ecc.. Ma soprattutto dipende da una cosa fondamentale: dalle tue modalità di consumo: quanto sei in grado di auto consumare?

Risparmio su bollette luce e gas

Ecco 5 suggerimenti per capire quanto puoi risparmiare con un impianto fotovoltaico.

  1. Il beneficio economico di un impianto fotovoltaico è proporzionale al costo dell’elettricità pagata in bolletta: quanto paghi l’energia che viene acquistata in bolletta? Ovviamente più questo prezzo è elevato, più l’auto produzione col fotovoltaico sarà conveniente. Si tratta di un risparmio su tutta l’energia che puoi evitare di acquistare dalla rete. Riducendo i prelievi di rete riduci le bollette.
  2. Il fotovoltaico ha visto, negli ultimi anni, diminuire costantemente i suoi prezzi. Oggi siamo arrivati in Italia, per i piccoli impianti, a prezzi di circa 2,5 mila €/Kw “chiavi in mano”. Un impianto fotovoltaico da 3 kw costa anche 7,5 mila euro, 8/9 mila euro con un sistema di accumulo con batterie. Per i kit fotovoltaici (kit ‘pronti’ per l’installazione), invece, si trovano, in rete, prezzi inferiori ai 1.000 euro/Kw: vengono venduti kit preconfezionati da 3 kw (impianti standard domestici) a meno di 3.000 euro. Con gli sgravi fiscali un impianto “chiavi in mano” è diventato accessibile ai più.
  3. Il fattore di maggiore risparmio di un impianto fotovoltaico domestico è l’autoconsumo istantaneo. L’autoconsumo in sito, infatti, permette di auto produrre l’energia che si andrà a consumare, senza immetterla prima in rete per poi ri-prelevarla. L’autoconsumo, in sito, evita l’acquisto di energia dalla rete elettrica, acquisto che, come visto sopra, è sempre più oneroso. L’autoconsumo diretto permette all’utente di avere a disposizione energia “a costo zero” visto che l’impianto è stato già realizzato e già pagato. Mediamente il costo di produzione dell’energia fornita dal fotovoltaico domestico è meno di 10 centesimi per chilowattora. Se l’impianto viene fatto sfruttando le detrazioni fiscali, il costo si dimezza: in questo caso il fotovoltaico produce a circa 0,05 €/kwh. Per sfruttare al massimo l’autoconsumo in sito, è necessario far funzionare gli apparecchi elettrici di casa nei momenti di produzione dell’impianto. Quindi: risulterà utile, per quanto possibile, far funzionare gli elettrodomestici, lavatrice, lavastoviglie, durante le ore diurne, ore di maggiore irraggiamento.
  4. Ovviamente non tutti i consumi possono essere spostati nelle ore diurne, quindi come utilizzare la propria energia anche nelle ore serali e di notte, quando l’impianto solare non produce? Si può massimizzare ulteriormente l’autoconsumo utilizzando un sistema di accumulo con batterie per accumulare di giorno parte dell’energia prodotta e per consumarla la sera/notte quando, in casa, viene utilizzata gran parte dell’energia.Evitando inoltre di acquistare elettricità dalla rete.
  5. Quanto viene pagata l’energia immessa in rete? L’energia non immediatamente auto-consumata viene immessa in rete. Con il meccanismo dello scambio sul posto (vai a guardare il mio precedente articolo,parlo proprio di questo tipo i scambio) viene retribuita. Il riconoscimento è mediamente 0,10 €/kwh, meno della metà di quanto viene venduta in bolletta, ma questo dipende dai prezzi di mercato che variano nel tempo e nello spazio. Solo per la parte di energia scambiata con la rete, cioè quella prima immessa e poi ri prelevata dalla rete, viene riconosciuto un valore maggiore, grazie al rimborso che prevede lo “scambio sul posto” su alcuni oneri aggiuntivi.

Aumento classe energetica

La classe energetica di un edificio è determinata dall’indice di  prestazione energetica totale dell’edificio,messo a  confronto con una scala di classi prefissate, ognuna delle quali rappresenta un intervallo di prestazione energetica definito.
Il consumo energetico viene espresso in kWh/m² – annuo: tale indicazione, divisa per 10, indica l’entità dei metri cubi di metano che devono essere bruciati per riscaldare un metro quadrato di superficie interna utile dell’edificio, nel corso del periodo di riscaldamento invernale di riferimento.
Le classi energetiche vanno, a salire, da 7 a 10: dalla meno efficiente (Classe G) alla migliore (Classe A4). Ad ogni classe energetica corrispondono quindi un consumo energetico e, di conseguenza, un costo annuo: tanto più alta sarà la classe energetica di appartenenza di un edificio, tanto minore sarà il costo annuo per il consumo di gas metano.
Per determinare la classe energetica complessiva dell’edificio, ai fini della redazione dell’ APE Attestazione di Prestazione Energetica , si calcola il valore dell’indice di prestazione, per l’edificio di riferimento, in corrispondenza dei parametri vigenti per gli anni 2019-2021.
Si calcola il valore dell’indice per l’immobile oggetto dell’APE e si individua la classe energetica da attribuire in base a una apposita tabella riportata nel D.M. 26 Giugno 2015

La Classificazione energetica degli edifici è stabilita dalla normativa, vigente, di riferimento:

classi energeticheLe classi energetiche più performante sono le A4, A3, A2, A1 alla quale si assegna un valore più alto, seguite poi dalle classi B – C – D – E – F e infine la classe G con punteggio più basso attribuito.

La classe energetica, ad esempio, è vincolante per accedere al Ecobonus 110, obbligatoriamente ci deve essere il passaggio di due classi energetiche, per questo motivo viene richiesta un APE ante lavori ed una post lavori. La classe energetica e la relativa attestazione, sopratutto, volendo raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030,avranno sempre più peso in futuro.

Non mi dilungo con i dettagli perché a breve potrebbero cambiare le carte in tavola, con il nuovo decreto ministeriale, lo approfondiremo in seguito, ma se hai delle domande specifiche, scrivimi pure nei commenti, sarò felice di risponderti.