Cosa fare quando il bambino morde
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Un genitore che va a prendere il proprio figlio dall’asilo non si aspetta di trovarlo con un livido da morso su una parte del corpo. Altrettanto antipatico è essere un’educatrice che ha il dovere di raccontare l’accaduto e di consegnare un bambino che ha un segno tangibile sulla pelle.
Il classico segno dell’orologio spaventa i genitori perché rimane lì per qualche giorno.
Parto dal presupposto che mordere è naturale per un bambino di età compresa tra i 24 e i 30 mesi. Ma se ripetuto costantemente diviene un campanello d’allarme di qualcosa che non va, che il bambino sta vivendo un disagio.
Alcuni bambini faticano a regolare le proprie emozioni in modo autonomo, sono immaturi emotivamente, ciò porta a scaricare in modo errato reattività, rabbia assumendo comportamenti aggressivi che non permettono di gestire la tempesta interiore avvertita.
La reazione dei genitori del bambino morso è quella di arrabbiarsi, di perdere la fiducia nelle educatrici addossando la colpa della non vigilanza durante l’accaduto.
Allo stesso tempo, i genitori del bambino che ha morso si arrabbiano utilizzando metodi poco consueti per dire al proprio figlio che quel gesto “non si fa”.
É di fondamentale importanza far capire ai genitori, anche agli educatori, che questo è un fenomeno fisiologico, momentaneo e che si verifica solo in una precisa fase di sviluppo del bambino.
In età prescolare è del tutto normale che l’aggressività è un atto connaturata alla natura relazionale. La crescita, la maturità in termini di età porta all’acquisizione di competenze cognitive, emotive, linguistiche e sociali che permette al bambino di imparare a comunicare con le parole piuttosto che con il corpo.
Nell’articolo che segue troverai risposte alle domande:
- perché un bambino morde?
- come comportarsi?
- quali comportamenti evitare?
Morsi del bambino: cosa fare
Come mi devo comportare di fronte al morso del mio bambino?
Domanda che spesso mi viene rivolta dalle mamme. I bambini, prima di tutto, hanno bisogno di esplorare, sperimentare e di trovare soluzioni all’interno del proprio gruppo perciò il ruolo dell’adulto è di fondamentale importanza. La realtà è che un bambino desidera avere accanto un adulto che non lo giudica ma che sappia accoglierlo e rispettarlo.
Adulti che sanno accogliere sono adulti che osservano dall’esterno le dinamiche tra bambini dando a ognuno la possibilità di esprimersi e che intervengono solo in situazioni di bisogno reale.
I bambini sanno comunicare, anche se con i soli gesti, negoziare e avere capacità empatiche che chiedono grande fiducia da parte degli adulti.
Per quando un bambino morde ci sono dei comportamenti da assumere e altri che è meglio evitare. É giusto:
- Creare alleanza tra adulti cioè tra genitori e insegnanti, genitori e baby sitter, genitori e nonni, tra mamma e papà affinché il messaggio che arrivi al bambino sia sempre lo stesso.
- Comunicare la disapprovazione di quel gesto con fermezza e sicurezza evitando di essere aggressivi.
- Dare delle regole, in caso di bambini dai 2 anni in su, che esprimano la contrarietà verso quel gesto. Va fatto notare che mamma e papà non utilizzano questa modalità per comunicare.
- Comprare giochi morbidi per bambini con età inferiore a 24 mesi. Questo tipo di giochi può essere morso e non rappresenta nessun pericolo supportandolo nella fase di conoscenza per ciò che lo circonda.
- Ripetere al bambino, ogni qualvolta commette quest’azione, che è sbagliata. La ripetizione è importante per far in modo che il comportamento sia appreso e interiorizzato.
- Esprimere dissenso non solo con le parole anche guardandolo fisso negli occhi e tenendo le sue manine strette fra le vostre. Le parole avranno un effetto diverso.
- Mantenere la calma mentre parlate con il vostro bambino. Mostrare preoccupazione o ansia indurrà nel bambino uno stato di nervosismo che aggraverà la situazione.
- Consolare il bambino perché ha bisogno di sapere che continuate a volergli bene nonostante tutto.
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Cosa non fare
Dopo aver analizzato i gesti da compiere per stoppare questo comportamento è giusto analizzare quali comportamenti sono da evitare.
- Urlare dicendo che non si fa. Gridare il bambino dopo un morso non lo aiuterà a capire che il suo gesto è sbagliato. Urlare è controproducente perché è un gesto che mina la relazione, la fiducia tra voi e il vostro bambino e la sua stabilità.
- Contraccambiare con un altro morso. A volte i genitori utilizzano il loro morso per far provare lo stesso dolore che il proprio figlio provoca agli altri. É un errore. Il bambino che riceverà un morso dal genitore capirà che è un gesto normale, si sentirà autorizzato a farlo e imparerà che per gestire rabbia, frustrazione, collera può mordere.
- Evitare di ridicolizzare o mortificare l’emozione che sta provando in quel momento. Le emozioni vanno accolte, comprese e guidate. Per esempio, nel caso della rabbia è giusto far capire al bambino che non c’è nulla di male nell’essere arrabbiati. Sbagliato è il modo di esprimerla. L’alternativa poterebbe essere suggerirgli un’altra azione da compiere quando sente questo stato d’animo. Potreste comprare un peluche da usare in caso di rabbia con il quale sfogare questa emozione.
- Sgridare il bambino in presenza di altra gente. É un gesto umiliante che lo farà sentire piccolo piccolo, non capito e amato. In quel momento, il bambino si concentrerebbe sul gestire il suo imbarazzo invece che focalizzarsi sul comportamento sbagliato adottato. Parlategli in un luogo appartato, in cui siete soli e dove potete concentrarvi l’uno sull’altro.
- Urlare da lontano che i morsi non si tirano. Rimproverarlo a una certa distanza non sortirà l’effetto desiderato perché con i bambini vale molto di più come si dice piuttosto che le parole dette. Se vi avvicinate a lui, gli parlate si sentirà capito smettendo di fare quel gesto. Guardandolo negli occhi mentre gli parlate con tono deciso lo farà sentire importante, è avere un motivo in più per ascoltare ciò che avete da dirgli.
- Punire non serve. I bambini molto piccoli non comprendono la lezione del castigo, genera in loro solo un grande senso di colpa che sarebbe bene evitare. Potreste invitarlo a sedersi in un luogo tranquillo, magari vi mettete accanto a lui seppur in silenzio; la vostra vicinanza gli farà capire che non è solo, che può contare sempre sulla vicinanza del genitore.
- Giocare a mordicchiare vostro figlio perché ha dei bei cosciotti da mordere. Questi gesti amorevoli da parte degli adulti possono essere captati dal bambino come normali, quindi evitate affinché siate esempio positivo da ricalcare per il vostro modo di mostrare affetto.
Morsi al nido
I morsi al nido sono uno dei problemi che le educatrici incontrano nel loro lavoro quotidiano, uno degli eventi più difficili da gestire.
La primissima cosa da capire è il motivo, la causa che ha portato un bambino a mordere.
Un morso “insensato” può essere una reazione dovuta a un’eccessiva stimolazione (rumori, colori, oggetti) che possono portare a una carica eccessiva sensoriale. In questo caso il bambino reagisce istintivamente mettendo in atto un comportamento poco adeguato alla situazione e inspiegabile dal punto di vista dell’educatore. A volte, invece, il morso è espressione di un comportamento aggressivo in seguito a un gioco sottratto, all’invadenza nel suo spazio, in seguito a un piccolo litigio con altri bambini.
Quali atteggiamenti adottare?
Per prima cosa bisogna distinguere morsi di tipo istintivo da quelli di tipo aggressivo.
Nel primo caso non è conseguenza di qualcos’altro, il bambino sta semplicemente scoprendo il mondo intorno a lui attraverso la bocca e i dentini.
Nel secondo caso, invece, il morso è una reazione che risponde a un’azione precedente.
In genere si tende a occuparsi del bambino che ha ricevuto il morso sottovalutando la richiesta del bambino che ha morso.
Involontariamente si crea un’etichetta in cui il bambino che morde si ritrova a essere il cattivo mentre chi lo ha ricevuto, la vittima.
Attraverso il morso, un bambino sta chiedendo attenzione da parte dell’educatore perciò è opportuno far capire che quel gesto non è corretto con una modalità decisa ma accogliente. Verbalizzare con frasi semplici l’accaduto aiuterà il bambino a comprendere e elaborare l’avvenimento nel tempo.
L’educatrice del nido oltre a adottare un comportamento tranquillo può valutare dei compiti precisi da far svolgere al bambino che ha morso in modo da distrarlo.
La presenza forte e costante di un adulto rassicura il bambino.
Come spiegare a un genitore che il proprio bambino è stato morso?
L’educatore può aiutare i genitori a sentirsi adeguati e non colpevoli per ciò che è successo spiegando l’accaduto. Il morso è una manifestazione normale in quella fascia d’età e che non sarà un comportamento duraturo nel tempo. Sottolineare che il gesto è rapido, quasi impossibile evitarlo.
Consigliare ai genitori di rafforzare a casa i gesti d’affetto da parte dei genitori; l’amore è la medicina che può aiutare il bambino a smettere di fare quel gesto.
Perché i bambini mordono?
La bocca è il primo organo utilizzato da un bambino per scoprire il mondo.
Un neonato come si rapporta alla sua mamma? Attraverso il seno che raggiunge appunto dalla sua bocca.
I bambini dai sei mesi in su portano tutto alla bocca perché è il loro modo di conoscere l’ambiente intorno a sé.
Durante questa fase il morso può essere anche un modo per ritrovare sollievo in seguito alla formazione dei denti.
Ovviamente l’intensità di un morso varierà in base all’età di un bambino.
Il morso di un bambino così piccolo non ha intenzionalità, non ha l’obiettivo di far male chi lo riceve.
Allo stesso modo, il morso di un bambino di 6-8 mesi non ha la stessa intensità di un morso di un bambino di 24 mesi che ha tutta la dentizione ben formata.
I bambini tra 12 e i 18mesi mordono perché vogliono delimitare la propria zona di sicurezza.
Dopo un anno di età, il bambino comincia a comprendere che il morso può essere un comportamento da utilizzare quando sente che qualcosa o qualcuno lo infastidisce. Diventa un modo per dire: “Lasciami stare”, “I miei giochi non si toccano”, “Voglio stare da solo”, “Mi devo difendere”.
Più l’età avanza più il bambino utilizza il morso per comunicare insoddisfazione, insofferenza e disagio. Dopo i 24 mesi diventa un modo per esprimere e incanalare delle emozioni forti come la rabbia. Non tutti i bambini sanno esprimere la loro rabbia nel modo migliore perciò la risposta immediata è mordere solo fine di liberarsi da quella emozione dannosa che sente dentro.
Cambiamenti all’interno della famiglia come la nascita di un fratellino, la ripresa al lavoro della mamma, un trasloco, il passaggio nella propria cameretta, il distacco dal seno possono essere tutti motivi di disagio nel bambino. I cambiamenti hanno bisogno di un po’ di tempo per essere metabolizzati soprattutto nei bambini i quali sono molto abitudinari.
Anche un genitore troppo rigido o che scarica il proprio stress sul bambino può essere causa di questo comportamento.
Osservare le situazioni a 360 gradi è il punto focale per comprendere la causa di questo forte gesto.
Quando la situazione nasconde un disagio importante o il bambino continua a vivere questa difficoltà è opportuno rivolgersi a una persona competente.
Al di là di tutti questi aspetti e motivazioni negative c’è una ragione positiva che si cela dietro un morso.
Avete mai visto bambini mordere la mamma per gioia? In questo caso è un gesto d’affetto fatto durante giochi e coccole in modo inaspettato.
Mordere non è un comportamento che va comunque giustificato perché mordere gli oggetti per esplorare l’ambiente circostante è una cosa, morde gli altri è altro. Perciò è fondamentale che un genitore o adulto blocchi quel comportamento spiegando al bambino che il morso a una persona fa male a differenza dell’oggetto.
É opportuno intervenire subito dopo che è avvenuta l’azione dicendo al bambino che mordere un’altra persona non è giusto, che è un comportamento da non ripetere.
Il comportamento dell’adulto deciso e costante è fondamentale per far capire al bambino che non è bene comportarsi così.
Genitore o educatore è giusto porre dei limiti, delle regole ai bambini affinché capiscano ciò che è giusto fare cosa no.
Non dimenticate che i bambini hanno continuamente bisogno di una guida che sia amorevole, poco giudiziosa per comprendere che ce la faranno, che qualcuno crede in loro, che li ama al di là dei comportamenti non sempre appropriati alle situazioni.