Progetto LeROSA: Gender Gap zero per Erica Zuanon

progetto LeRORSA Gender Gap Zero

Gender Gap zero è una frase che dovrebbe sembrare strana e incongruente: certo che le donne e gli uomini sono diversi, non c’è motivo di volerli uguali. E in effetti sarebbe bello poter ognuno esprimere la propria unicità e il proprio genere nel modo che più valorizza ciò che siamo. Ad oggi ancora non è così ma finché ci sono realtà come il Progetto LeROSA, c’è speranza che un giorno arriveremo a realizzare un migliore equilibrio fra donne e uomini.

Cos’è il progetto LeROSA per Erica Zuanon

LeROSA sono per me un’esperienza piena di nuove opportunità di relazione, un contenitore che mi ricorda di essere migliore ogni giorno, uno spazio sicuro dove potermi esprimere come donna, prima ancora che come professionista.

Ma soprattutto vedo LeROSA come un incubatore di collaborazione profittevole al femminile.

Sempre più negli ultimi anni assistiamo al nascere di gruppi di donne che inneggiano alla sorellanza come mezzo per affrontare un mondo sempre più complesso, soprattutto per noi donne. Ma per quanto gli abbracci e il sostegno morale siano importanti, non sono sufficienti per creare piani d’azione concreti volti al raggiungimento di risultati economici soddisfacenti.

LeROSA, invece, nasce come percorso basato strettamente sull’azione: sul mettere in rete le proprie competenze e talenti in modo operativo concreto, cercando sinergie e collaborazione, cercando quanto più possibile di mantenere il sorriso e il buonumore.

Riuscire in questo intento non è certo semplice: richiede una progettazione visionaria e un impegno costante per soffiare continuamente sul prezioso fuoco che è stato creato.

In questo Giulia Bezzi è a dir poco una perla rara. È riuscita ad immaginare un progetto che favorisce lo scambio professionale fra donne, senza mai alimentare il ‘noi contro loro’, solo ricordandoci ogni giorno che lamentarsi non serve. Molto meglio rimboccarsi le maniche, aprirsi all’ascolto della realtà e delle persone che ci circondano, alimentando la convinzione che c’è abbastanza spazio per tutte/i, se solo ci impegniamo ad essere pienamente noi stesse.

Come LeROSA vogliono contribuire al Gender Gap zero

In giro ci sono ancora molti che storcono il naso al sentir parlare di Gender Gap. Quasi fosse una specie di fissa lamentosa delle donne. Rispetto a questo tema la mia esperienza personale invece mi fa dire che esiste purtroppo, davvero, un Gender Gap fra donne e uomini. Anzi, ne esistono tanti almeno quanti le mille differenze naturali fra femminile e maschile.

Siamo diversi per il modo di affrontare le emozioni (e questo non è un male). Siamo diversi per il come facciamo figli (e anche questo a mio avviso è un gap molto a favore delle donne). Siamo diversi fisicamente e mentalmente. E fin qui non sarebbe un problema.

Tutto invece cambia quando entriamo in sfere che riguardano il lavoro e la vita sociale, ambiti in cui credenze e abitudini educative tendono a creare spesso ben più che semplici gap ma veri e propri abissi.

LeROSA vogliono contribuire al Gender Gap Zero puntando a dare voce a tutte così da promuovere in ognuna la voglia di farsi protagonista, promuovendo i talenti e l’unicità di ognuna.

Tutto questo però non potrebbe probabilmente fluire altrettanto mirabilmente senza tutta l’infrastruttura che permette al gruppo di essere vivo e pulsante giorno dopo giorno, a differenza di tante community che nascono e durano quanto i funghi in autunno.

La community su Facebook di LeROSA è un posto che ti fa sentire al sicuro ma allo stesso tempo ti richiama, grazie alla presenza costante delle moderatrici, a dire la tua e uscire allo scoperto. La voglia di contribuire di ognuna è stuzzicata continuamente dalla possibilità di far sentire la propria voce scrivendo per le Unità che raccolgono l’esperienza e la competenza di chiunque voglia mettersi in gioco.

Ultima e non meno importante, l’idea geniale di promuovere con regole semplici e alla portata di tutte, la possibilità di incontrarsi di persona, oltre che nel web, in un circolo virtuoso che fa bene tanto allo spirito quanto alla possibilità di creare nuove profittevoli opportunità di business insieme.

Lato femminile e lato maschile, cosa ne pensi

Il tema del Gender Gap impregna la mia vita fin da quando ero bambina, in modo piuttosto non convenzionale. Prima figlia femmina di cinque altre figlie femmine, ho vissuto a lungo con la percezione che se ero maschio era meglio.

Ricordo distintamente che a otto anni mi piaceva tantissimo lavorare ad un uncinetto finché un giorno mia madre mi intimò di smettere e di dedicarmi piuttosto a studiare perché ‘sei femmina e dovrai combattere 100 volte più degli uomini per avere i loro stessi risultati’.

Tant’è che ho fatto di tutto per mascolinizzarmi più che potevo, fino al punto da frequentare uno dei corsi di laurea con minor percentuale di donne possibile: ingegneria elettronica.

Dopo la laurea anche la vita in azienda non è stata molto diversa in quanto a distribuzione di quote rosa. A lungo ho lavorato in grandi multinazionali in un ruolo che mi metteva a contatto con tutta la gerarchia aziendale, dalla manodopera in produzione fino alla dirigenza. Era impossibile non notare come, man mano si saliva la scala gerarchica, il numero di donne diminuisse invariabilmente.

Per anni ho pensato che fosse un’ingiustizia. Ma con il tempo e la maturità mi sono resa conto che noi donne, purtroppo, ci mettiamo molto del nostro a creare questa realtà.

“Eh ma io non sono portata per la matematica”, “No guarda io e i computer siamo nemici totali”, “Beata te che sei brava con queste cose scientifiche”.

Ho sentito mille di questi commenti nel corso del tempo.

Il fatto è che alle superiori io mi sentivo altrettanto negata per la matematica. I computer mi incuriosivano ma solo per il fatto di poter fare disegni colorati, visto che a disegnare non sono capace. E ho odiato le cose scientifiche fino all’ultimo istante in cui sono stata ad ingegneria.

La realtà di oggi però è che la tecnologia e la scienza sono ovunque. Ed è impossibile e inutile chiamarsi fuori.

Perciò tanto vale rimboccarsi le maniche, darsi una mano di rossetto brillante per non dimenticare quanto è preziosa la nostra unicità di donne e affrontare il mondo a testa alta, con la voglia continua di imparare e mettersi in discussione. Senza precluderci nessuna strada solo perché una vocina nella testa dice che non sei capace e le lampadine le cambiano gli uomini.