Le migliori bevande gassate senza glutine

Le migliori bevande gassate senza glutine (copertina gialla)

A proposito di bollicine dissetanti, oggi vi propongo le migliori bevande gassate senza glutine.

Partiamo con la definizione. “Bevanda: ogni liquido che si beve; (bibita, sciroppo, drink, liquore, infuso, tisana, decotto, pozione)”.
Per questo articolo mi sono ispirata alla sua accezione di bibita, come bevanda dissetante analcolica, possibilmente healthyish – più o meno salutare.

Per chi soffre di celiachia, intolleranze al glutine (di vario grado e gravità), o allergia ai cereali che lo contengono, è fondamentale sapere cosa poter bere (e/o mangiare), perché è importante sentirsi sicure e prendersi cura della propria salute.

Una guida visiva che ci rassicura, e che abbiamo imparato ad apprezzare, è la presenza del simbolo “spiga barrata” – o la dicitura “senza glutine/gluten free” – che tantissimi prodotti hanno incluso nelle loro etichette. Riguardo alle bibite però, c’è da sapere che molte non le possono più riportare.

L’AIC (Associazione Italiana Celiachia) segnala che “laddove l’assenza di glutine è considerata scontata, non è più possibile utilizzare la dicitura “senza glutine” perché considerata fuorviante”. [A fine articolo riporto il testo di AIC, con maggiori dettagli, riguardo alle bevande analcoliche frizzanti.]

La popolarità legata alla salubrità delle acque termali naturali (spesso effervescenti), ha guidato, negli anni, la ricerca e lo sviluppo di acque artificialmente mineralizzate.
Che siano frizzanti o effervescenti – naturali o artificiali – sempre di “carbonazione” (o carbonatazione) si tratta. Il primo termine (un neologismo dall’inglese “carbonation”) sembra essere quello corretto.

In ogni caso, è un processo che comporta l’addizione di anidrite carbonica all’acqua potabile, fattore determinante nella produzione di bollicine. Se a questa poi si aggiunge qualche tipo di dolcificante, aromi naturali o artificiali, un tocco di colorante et voilà, la bevanda frizzante è nata!
Dall’acqua alla cola, acqua tonica, birra allo zenzero e tutta la miriade di sapori, stili e colori delle bibite frizzanti giunte sino ai giorni nostri.

Le date che segnano l’evoluzione documentata di queste bevande appartengono al 18° secolo e sono legate allo sviluppo delle tecniche di carbonazione avvenuto tra l’Europa e gli Stati Uniti, e nel tempo raffinatesi.

Un primo riferimento racconta di come il sacerdote e scienziato Joseph Priestly (1733-1804) – scopritore dell’ossigeno – lavorasse a un progetto che consisteva nell’impregnare l’acqua con “aria fissa” (termine arcaico per definire l’anidride carbonica).
Si trattava di addizionare all’acqua della CO2 raccolta dai tini di fermentazione della birra. Tuttavia, non avendo fondi sufficienti da dedicare alla ricerca, gran parte delle sue conclusioni rimasero teoriche.

A sviluppare queste e altre teorie dell’epoca fu Johann Jacob Schweppe (1740-1821), un orologiaio e gioielliere di Ginevra, con l’hobby per la ricerca scientifica. I risultati delle sue prime sperimentazioni furono pubblicati in un opuscolo nel 1772 con il titolo: “Directions for Impregnating Water with Fixed Air” (Istruzioni per l’impregnazione dell’acqua con aria fissa).

La seconda metà del 19° secolo segna il periodo dello sbocciare dei primi marchi, alcuni dei quali sono ancora in commercio. C’è da dire che queste bevande, almeno all’inizio, venivano vendute come tonici toccasana, con la pretesa di allontanare qualsiasi malanno, dal mal di stomaco allo scorbuto. E, pian piano, si sono fatte strada nei cuori (e gole) di bevitori grandi e piccini.

Senza ulteriori indugi, ecco alcune tra le migliori bevande gassate senza glutine, declinate dal bianco (trasparente) al caramello, per giungere a toni giallo-rosso-aranciati.

Avvertenze: la lettura di quest’articolo potrebbe stimolare una gran voglia di “bibita”. Consiglio vivamente di averne una a portata di mano, “sicura” da sorseggiare e… Buona lettura!

Acqua tonica, Club soda e Seltzer

Partiamo con Acqua tonica, Club soda e Seltzer. Cosa hanno in comune? La base acqua, la trasparenza, il contenuto calorico relativamente basso e sono senza glutine! Per il resto, ognuna ha qualità specifiche, con sapori caratterizzanti e note aromatiche vagamente distintive.

Tra i pionieri di queste acque troviamo appunto Johann Jacob Schweppe che, oltre a lavorare alla mineralizzazione e carbonazione dell’acqua, si concentrò anche sullo sviluppo di un’apparecchiatura per la produzione di quella che chiamerà “Medicated water” (acqua terapeutica). Inizialmente distribuita gratis ai dottori che la prescrivevano ai loro pazienti più poveri, siamo nel 1789. Da quel momento in poi è tutto un crescendo di bollicine: e fu così che nacquero le acque Schweppes e le varie attrezzature per produrre commercialmente bevande gassate.

Vediamo le differenze:

  1. acqua tonica (tipo Schweppes) – In generale, dovrebbe contenere: acqua gassata, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, acido citrico, benzoato di sodio (conservante), chinino, aromi naturali.
    La Coca Cola, proprietaria del marchio, assicura che nessuna di queste bibite contiene glutine.
  2. Riguardo alla Club soda. Detta anche “soda”, è un’acqua gassata, intensamente effervescente, infusa con dei minerali che le conferiscono quel certo non so che di sapido. Solitamente si tratta di: solfato di potassio, cloruro di sodio fosfato disodico, bicarbonato di sodio, (le quantità variano tra i produttori).
    Quella della Fever-Tree va per la maggiore, è un tantino più costosa della media ma ha il vantaggio di essere dissetante senza la presenza di aromi artificiali.
  3. La Seltzer (o Acqua Seltzer) è un’acqua carbonata, che equivale a un’acqua potabile addizionata con anidride carbonica. La mancanza degli altri ingredienti tipici di queste bibite, le conferisce un profilo aromatico neutro e una quasi assenza di calorie.
    Si produce con un sifone ad hoc, che ospita apposite cartucce di CO2, ma la si può sostituire con dell’acqua oligominerale frizzante, tipo la Brio Rossa.

Nel caso vogliate sentirvi caloricamente meno in colpa, l’acqua frizzante è un ottimo sostituto sia delle bibite gassate che di altre bevande analcoliche zuccherate, lo dimostra la sua costante crescita di popolarità. Certo non sarà la stessa cosa, ma sono bollicine idratanti così dissetanti!

“È come aver sete e bere. Non c’è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell’aver bevuto; non aver più sete. Semplicissimo.” (Leonardo Sciascia)

Cola, Spuma e Chinotto

Con colorazioni caramello, dai toni più o meno scuri, troviamo Cola, Spuma e Chinotto.

Create da farmacisti, con propositi tonico-terapeutici, tra il 1886 e il 1898, ecco a voi due cole che hanno fatto la storia di queste bevande:

  1. la prima fu la Coca-Cola (detta anche Coke), creata da John S. Pemberton, farmacista in Atlanta (Georgia).
    Si racconta che la formula segreta delle origini, fosse legata a un cocktail, il “Pemberton’s French Wine Coca”, un mix di foglie di coca, noce di cola e damiana, una pianta spesso usata come afrodisiaco-stimolante.
    Seguita dalla Pepsi-Cola (1893-98), inventata da Caleb Davis Bradham, anche lui farmacista del North Carolina. Si riporta che il nome sia ispirato a un ingrediente, la pepsina, un enzima utilizzato per aiutare la digestione.
    Oggi, però, la Coke non ha più la coca né la Pepsi ha la pepsina. Le versioni classiche contengono (generalmente) una miscela di acqua gassata, sciroppo di mais e/o zucchero, color caramello, acido fosforico e/o citrico, aromi naturali, caffeina. Le ricette sono segrete, ma sono senza glutine!
    Nota: secondo l’ufficio brevetti degli Stati Uniti, pare sia nata prima la Dr. Pepper (1/12/1885) e poi la Coca-Cola (8/5/1886).
  2. Poi c’è la Spuma. La bibita analcolica preferita dei nonni, ha le sue origini, tutte italiche, in un mix di acqua, zucchero e limone, lasciato fermentare. Le versioni moderne utilizzano CO2 e aromi naturali.
    Da bere fredda, ricordo di averla vista sorseggiare sia liscia che aggiunta al vino rosso, specialmente durante le feste di paese. Credetemi, l’ho visto fare anche con l’aranciata (tipo Fanta). C’è sia chiara (tipo Spuma Bionda della Paoletti) che scura (come l’ambrata Spuma San Benedetto, o la Spuma Nera della Baladin), in entrambe le varianti ha questo suo côté dolce/amaro, con un retrogusto tra radice di rabarbaro e/o scorza d’arancia, dai confini indefinibili. Le ricette sono segrete, naturalmente!
  3. A proposito di Chinotto. È una bibita caratterizzata dalla presenza di Citrus myrtifolia un tipo di agrume (originario della Cina) tra l’arancia e il mandarino, chiamato chinotto, eh già. Coltivato sia in Liguria che in Sicilia, si contraddistingue per il suo gusto tra l’aspro e l’amarognolo, con toni aromatici intensi; pare contenga, più vitamina C dell’arancia.
    Bibita analcolica troppo spesso relegata nel dimenticatoio, Dario Bressanini (chimico e influencer suo malgrado) descrive molto bene l’opinione di chi (come me) se ne ricorda e, di tanto in tanto, continua a berla: “Lo so, è una bevanda del secolo passato, associata all’Italia in bianco e nero anni ’50 pre-CocaCola. Non è cool, non è new e non è trendy, ma io me ne impippo e la bevo comunque”.
    Il Chinotto della Lurisia è quello più quotato tra i forum che trattano di celiachia.

Illustrazione di una bottiglina di Cola | Le migliori bevande gassate senza glutine

Cedrata, Aranciata e Crodino

Nel nostro viaggio tra le migliori bevande gassate senza glutine, ci avventuriamo tra i toni giallo-rosso-aranciati, ovvero Cedrata, Aranciata e Crodino.

Le storiche bibite dai toni caldi sono:

  1. la Cedrata, una bibita creata dalla Cedral Tassoni. La maison fu fondata come spezieria nel 1793 a Salò (riva bresciana del Lago di Garda), poi trasformata in farmacia dove erano specializzati nel distillare infusi idroalcolici ricavati da cedro coltivato sulle rive del lago. La prima variante di cedrata fu sotto forma di sciroppo al quale, nel 1950, venne addizionata acqua e soda, per poi diventare la bevanda frizzante che conosciamo: colore giallo, dolce/acidula e dissetante.
  2. Segue l’Aranciata San Pellegrino. La bibita dai toni rosso-aranciati nasce dalle acque delle omonime terme, situate in provincia di Bergamo. Pare che l’idea di questa bevanda fu concepita dal Cavalier Ezio Granelli (chimico industriale e proprietario dell’azienda), durante la Fiera Campionaria di Milano del 1932, quando decise di offrire agli ospiti la sua acqua minerale frizzante con del succo d’arancia e un pizzico di zucchero. Un cocktail perfetto, visto il grande successo avuto nel tempo.
  3. Seguendo tonalità rosso-aranciate, arriviamo all’aperitivo analcolico più popolare in Italia, il Crodino. Nato nel 1965 nel piccolo paese di Crodo, da acque sorgive piemontesi, deve il suo patrimonio aromatico a scorze di arancia amara, radici e spezie, tra cui cardamomo, noce moscata e chiodi di garofano. Va da sé che la ricetta sia segreta.

Le bevande sopra elencate dovrebbero essere senza glutine. L’uso del condizionale è d’obbligo. Per maggiore sicurezza riporto il resto del testo di AIC:

“In merito a Bevande analcoliche frizzanti (sode) quali gassosa, acqua tonica, cola, chinotto, aranciata ecc. Gli approfondimenti del Ministero della Salute, avallati da Assobibe, (riguardanti queste bevande) confermano che sono da considerarsi sicure per celiaci. L’assenza di glutine è infatti considerata scontata. La novità riguarda le bevande cosiddette “light” o a nullo contenuto calorico (es. “zero”). Anche per queste bevande, contenenti edulcoranti, l’assenza di glutine è considerata scontata. Via libera quindi a tutte le bevande a nullo o ridotto contenuto calorico.
La posizione del Ministero trova riscontro anche in una recente indagine svolta da AIC con la cooperazione di Federchimica (l’Associazione che raccoglie i produttori di additivi) che aveva evidenziato come nessuno tra i principali additivi utilizzati come edulcoranti in queste bevande potesse essere una fonte di glutine.”

Certo, sono bevande da consumare con moderazione ma, per chi (come me) è sempre in allerta glutine, è pur sempre una buona notizia sapere che si possono bere.

Tra le bibite analcoliche gassate, scegli Cedrata Tassoni
Solo aromi naturali per una bibita in bottiglia di vetro, che mantiene alla perfezione il sapore analcolico e frizzante della Soda

Sui perché del successo di queste bibite sono stati scritti fiumi di parole, più o meno supportate da basi scientifiche.

Come racconta il professor Gary L. Wenk – direttore dei corsi di laurea in neuroscienze alla Ohio State University – “è tutto nel design della bevanda”, dalla ricetta al packaging. Sono bevande progettate con la giusta quantità di dolce (che sia zucchero o dolcificante), caffeina e carbonazione, per stimolare quell’irresistibile voglia di afferrarne una confezione e berne il contenuto, magari tutto d’un fiato.

Se a questo si aggiungono i colori calibrati ad hoc, allora ci vorrà una gran forza di volontà per non cedere alle tentazioni. Mangiare e bere sono esperienze sensoriali appaganti, vista in primis.

Riguardo all’annosa questione se le bevande gassate dilatino lo stomaco? Ebbene sì, lo fanno. Pare, però, che l’anidride carbonica contenuta si smaltisca rapidamente: in parte assorbita dalla mucosa gastrica e in parte via bocca, con un bel “burp!” (onomatopea di un ruttino).

In tutti i casi, prima di colpevolizzare le bevande gassate, vi siete accertate, con un bel controllo medico, che quel senso di gonfiore che percepite non sia correlato a fumo, stress, consumo di cibi grassi o salati; o a condizioni come celiachia, intolleranza al glutine o al lattosio, se non altro?

Per chi (come me) ama le bollicine – tra le migliori bevande gassate senza glutine – l’acqua frizzante resta la migliore opzione per l’idratazione giornaliera. Quella senza zuccheri aggiunti naturalmente.

Le bibite gassate meglio consumarle con moderazione, per quei momenti dove se ne ha una voglia matta. Perché, come diceva Oscar Wilde, “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”. E già!

A questo punto non mi resta che ringraziarvi per aver trovato il tempo di leggere questo mio articolo e se, come spero, vi è piaciuto, iscrivetevi alla nostra newsletter per ricevere le ultimissime non solo “senza glutine”.

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