Scarti alimentari e impatto ambientale: cosa fare?

Scarti alimentari e impatto ambientale: cosa fare? recyled: foto marcell-viragh

Sia le nostre scelte alimentari che i nostri piccoli gesti quotidiani possono fare la differenza perché, anche se sembrano poco rispetto alla gravità della situazione, la salvaguardia dell’ambiente passa anche per le nostre tavole: da come facciamo la spesa, al cibo che scegliamo, al come lo prepariamo e conserviamo, fino a quando lo buttiamo.

La FAO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stima che, ogni anno, in tutto il mondo vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo.

Acqua, energia e cibo, lo spreco si verifica lungo l’intera catena del sistema alimentare: dal campo, (pensiamo allo sfruttamento del suolo e delle risorse idriche), alla lavorazione (vedi gli impianti di trasformazione e i tipi di imballaggio). Ma anche la distribuzione di ciò che consumiamo, passando per il trasporto, la vendita al dettaglio, fino alle nostre cucine, sono tutti fattori cruciali con un enorme peso sulla questione ambientale.

Che dire delle tonnellate di cibo che restano invendute o non vengono consumate; o della pratica di gettare cibo commestibile basandosi semplicemente sulla percezione che non sia più al suo apice.

Se poi si aggiunge il surplus che viene lasciato a marcire nei campi, vuoi per mantenere un certo prezzo, vuoi perché si preferiscono i prodotti perfetti: pensa a mele sferiche, con le loro sfumature tonali da acquarello e senza ammaccature, o carote e carotine cilindriche, senza crepe o strane protuberanze dall’aspetto nodoso.

Anche l’aumento della disponibilità di prodotti a volte troppo convenienti, le nostre scelte alimentari, la diminuzione delle conoscenze di cucina, o le nostre vite sempre più impegnate, tutto questo ha il suo peso.

Scarti alimentari e impatto ambientale: cosa fare? Infographic licensed under CC-BY by the author Hannah Ritchie

Impatto ambientale degli scarti in cucina

Come per gli avanzi di cibo, anche gli scarti derivanti dalla pulizia e dalla lavorazione degli ingredienti utilizzati nelle preparazioni dei nostri piatti, rappresentano una momento importante della nostra dieta giornaliera.
Sprechi e scarti possono essere ridotti in modo significativo modificando alcune abitudini:

  1. organizza i tuoi pasti per la settimana (considerando anche gli eventuali avanzi); cosa hai già in frigo o nel congelatore che potresti usare?
  2. Parti da una spesa mirata, preferibilmente fatta a stomaco pieno, con lista alla mano;
  3. leggi bene le etichette e le date di scadenza: “scade il…, utilizzare entro…, o da consumarsi preferibilmente entro…” sono indicazioni, e molti dei prodotti al limite sono ancora buoni e sicuri da consumare.
  4. Quando sei al mercato, chiacchiera con i venditori, fai domande sulla stagionalità, chiedi!
  5. Se hai un balcone o un giardino, coltiva qualcosa e vedi cosa succede. Potrebbero essere erbe aromatiche così come peperoncini o altro (dipende dallo spazio e dalla voglia di sperimentare).
    È molto interessante seguire il processo di crescita e quanta cura ci vuole, magari ti ritrovi ad apprezzare ancora di più quello che hai e sprecarne molto meno.
  6. Prova a compostare scarti, residui e avanzi di cibo che non consumi: dai torsoli di mela, ai semi di pomodoro, bucce di carote, patate o cetrioli. Ma anche fondi di tè e caffè, terriccio esaurito di vecchi vasi, gusci d’uovo, o di molluschi e crostacei.
  7. Non gettare gli oli “esausti” nel lavandino, sono recuperabili, (può essere sia l’olio di frittura che quello delle conserve in scatola), basta riporli in un contenitore man mano che li usi. Una volta colmo può essere portato nelle apposite isole ecologiche, ai distributori di benzina e ai supermercati attrezzati per raccoglierlo. Ogni comune ha le sue disposizioni.

La spesa e gli imballaggi

Riguardo alla spesa:

  • acquista prodotti di stagione (preferibilmente locali), dagli ortaggi e frutta al pesce, anche il pescato ha la sua stagionalità;
  • preferisci prodotti sfusi (o alla spina) è un’ottima alternativa sostenibile;
  • compra gli agrumi con la buccia edibile, così da poter mangiare tutto il frutto.

Cosa si può fare con gli imballaggi? Prima di parlare di riciclo, pensate al riuso. Basta lavarli ed ecco che imballaggi e contenitori utilizzati comunemente per cibi e bevande possono prendere nuova vita:

  • i barattoli di vetro per marmellate o conserve;
  • i contenitori di plastica sono dei jolly per dispensa, credenza, frigorifero o congelatore;
  • le lattine possono trasformarsi in salvadanaio, svuota tasche, porta chiodi e viti, o penne e pastelli, o forbici e pennelli. Sono comode anche come vasi per piantare le erbe aromatiche, piccoli ortaggi o piante decorative.

Cucinare con gli avanzi e gli scarti

Ti sei ricordata di pianificare i pasti settimanali? Avere un paio di suggerimenti a portata di mano, invece di chiederti “cosa ho per cena?”, ti consentirebbe di consumare meno pasti già pronti (a meno che non siano i tuoi) e, sicuramente, mangiare molto meglio.

Come usare gli ingredienti in fase di scadenza? Ci sono molte ricette che offrono delle brillanti soluzioni per non sprecare: frittate, omelette, zuppe e vellutate, dov’è facile incorporare tanti prodotti, compreso scarti e avanzi.

  • Con i gambi degli asparagi (specialmente la parte fibrosa), si pu aggiungere al brodo (magari vegetale) che usi per fare il risotto. Questo vale anche per le foglie esterne dei carciofi (a meno che non preferiate una tisana).
  • Le bucce di carote si possono utilizzare per fare torte o gnocchi. E i ciuffi verdi sono buoni sia per insalata che come pesto.
  • Gli scarti del sedano e cipolla così come le bucce di pomodoro e melanzana, fatti seccare al sole e poi frullati fino a ottenere una granella fine, sono perfetti per i brodi, al posto del dado.
  • Le foglie esterne dei finocchi, affettate finemente con una mandolina, si possono usare nelle insalate. Altrimenti si centrifugano.
  • Le bucce degli agrumi (quelle edibili) si possono candire o seccare, ridurre a polvere e usare per condire.
  • Il torsolo dell’ananas lo si può affettare, grigliare (diventa più tenero) e consumare in una macedonia.
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Cos’altro si fa con gli scarti alimentari?

Ma cos’altro si fa con gli scarti alimentari? Tanti sono i modi per riciclare i rifiuti o trasformarli in nuovi prodotti, una sorta di moda circolare, con il recupero creativo di contenitori, tessuti, carta, legno, o metalli. Parliamo di bijou, lampade, portacandele, fioriere, cornici e… bricolage.

  • Le bottiglie di plastica (PET) si riutilizzano per produrre nuove bottiglie, ma anche il “pile”, un tessuto usato per felpe, tute e qualsiasi capo che mantenga caldo.
  • Piatti e bicchieri di plastica sono impiegati per produrre materiali per l’arredo urbano e l’edilizia.
  • Recuperare il vetro è importantissimo, può essere riciclato praticamente all’infinito per produrre altre bottiglie, contenitori e altri manufatti.
  • Sapevate che con le lattine di birra o cole varie si possono produrre caffettiere, pentole e addirittura biciclette?
  • C’è il biogas, ottenuto dal trattamento di mais, polpa di barbabietola, trucioli di legno o scarti di frutta e verdura in appositi impianti. È il risultato della digestione anaerobica di appositi microrganismi che, a una corretta temperatura, si trasforma in un gas biologico che può essere utilizzato per alimentare caldaie e motori (produzione di energia elettrica e autotrazione).
  • E poi ci sono i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso (RAEE). Si riesce a recuperare dal frigorifero alla lavatrice passando per forni, lavastoviglie, pc, videoregistratori, stereo, cellulari, ma anche lampadine, pile, neon…
  • C’è anche un sottoprodotto chiamato FOS (Frazione Organica Stabilizzata) ottenuto da rifiuti organici non correttamente differenziati. Dopo un processo di biostabilizzazione può essere utilizzato come copertura delle discariche e per recupero paesaggistico di aree bonificate o degradate.

Scarti alimentari, filati, tessuti ed eco-pelle

L’interesse per una moda sostenibile ed etica è sempre più diffuso e passa anche attraverso il riutilizzo degli scarti alimentari per produrre filati, tessuti ed eco-pelle con:

  • gli scarti di mela: Pellemela dell’ingegnere altoatesino Alberto Volcan;
  • Wineleather, un’altra pelle vegetale tutta italiana ricavata dai rifiuti prodotti durante la vinificazione (Vegea srl Milano).
  • Ma anche eco-pelle da ananas (della spagnola Piñatex), cactus (della messicana Desserto) e mango (dell’olandese Fruit Leather).
  • Ci sono tessuti ottenuti dagli scarti degli agrumi (Orange Fiber srl Catania), ma anche da lino, canapa, agave, cocco, ginestra.

A proposito di rifiuti “fashion”: nel rapporto “Rifiuti Urbani 2020” dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) si indica che la sola Lombardia, nel complesso, esporta circa 24 mila tonnellate di rifiuti urbani, dei quali circa 12 mila tonnellate sono vestiti e prodotti tessili.

​Scarti alimentari e impatto ambientale: cosa fare in 5 mosse

Riassumendo, è possibile dare un nostro contributo giornaliero e concreto per la salvaguardia dell’ambiente, evitando lo spreco mentre ci ingegnamo nel riuso e recupero dei materiali di uso quotidiano. Basta cominciare con il seguire alcune semplici regole:

  1. fare la spesa in modo oculato acquistando solo il necessario;
  2. ridurre gli imballaggi comprando “alla spina”;
  3. riusare gli imballaggi (ove possibile) anziché comprare nuovi contenitori;
  4. praticare una cucina anti spreco (considerare il reimpiego degli avanzi e imparare a congelare);
  5. applicare la raccolta differenziata per facilitare il riciclo dei rifiuti.